di Umberto Minopoli
Ma quale ammucchiata? Le opposizioni sedicenti di “centro” o di “sinistra” al patto tra Azione e Pd, oltre che immotivate e ingenerose, mostrano di non conoscere la storia.
Questo patto è del tutto nuovo e inedito dalle esperienze del passato, dall’Ulivo in particolare.
Ci sono, infatti, alcune radicali diversità: non è un patto tra un arcobaleno di forze, di destra, di centro o di sinistra, come era l’Ulivo, ma un patto tra due formazioni principali. Che pongono le condizioni per l’eventuale allargamento del campo.
Chi ha vissuto l’Ulivo capisce che siamo in tutt’altro scenario.
Calenda e Bonino si vedono riconosciuta una primazia. Che dà il segno e il profilo all’alleanza. Addirittura si riconosce all’alleato un diritto di esclusione di candidati divisivi nell’uninominale (il luogo dove si sostanzia l’alleanza). Con l’Ulivo sarebbe stato impensabile. Del resto, Azione è stata la novità elettorale degli ultimi voti amministrativi. Meritava questo primato.
Ma la differenza radicale con l’Ulivo è sui contenuti. Laddove quest’ultimo si caratterizzava per l’enciclopedismo programmatico e l’affastellamento di contenuti e posizioni di uno schieramento arcobaleno, la linea programmatica descritta nel patto Letta-Calenda è inequivoca: sono i contenuti dell’agenda del governo di Mario Draghi.
Le promesse sono state mantenute. Non si è costruita solo un’alleanza “contro”, ma per la prima volta è chiaro l’asse su cui governerebbe il polo progressista. Una novità.
Il Pd, va dato atto a Letta, ha rovesciato la linea degli ultimi anni: non ha privilegiato la sua sinistra ma l’area del centro; non ha privilegiato contenuti indentitari, ma quelli di un’area più vasta della sinistra tradizionalmente intesa.
Per la prima volta si può parlare non di vago centrosinistra, ma di un patto tra una formazione rappresentativa di centro e il maggior partito della sinistra. Anche questa, rispetto a tutte le elezioni del passato, è una novità. Bene Letta e Calenda (e Bonino, va detto).
Ps.
L’unico che dovrebbe lamentarsi sono io: non si cita il nucleare!
Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare. Ha lavorato nel Gruppo Finmeccanica e in Ansaldo nucleare. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro delle Attività Produttive tra il 1996 e il 1999. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dei Trasporti dal 1999 al 2001. Consigliere del Ministro dello Sviluppo Economico per le politiche industriali tra il 2006 e il 2009.