Queste realtà che operano sul territorio rappresentano uno strumento essenziale nell’assicurare a livello locale la diffusione di quel welfare solidale in grado di garantire ancora oggi sul territorio e nei diversi ambiti locali quella coesione sociale senza la quale anche il concetto di equità perde di sostanza.
Proprio per questi motivi le Banche Popolari assicurano da sempre una forte vicinanza a tali organizzazioni e conducono la loro opera d’intermediazione non solo guidate dalla logica della remunerazione dei fattori ma, soprattutto, dalla consapevolezza di quanto sia forte il loro legame con le comunità di riferimento, con la quale si identificano grazie alla partecipazione degli stakeholder all’attività della banca, partecipazione assicurata dalla governance cooperativa delle Banche Popolari.
Oggi il credito erogato dalle Popolari al Terzo Settore supera i 3 miliardi di euro e rappresenta l’1% degli impieghi totali a clientela, per una quota di mercato prossima al 30%. Inoltre, dall’inizio della crisi i finanziamenti delle Popolari al terzo settore sono aumentati del 60%, mentre per il resto del sistema l’incremento è stato di appena il 22%. Anche il numero dei clienti è un indicatore che rappresenta bene l’importanza e il legame tra Banche Popolari e Terzo Settore, 270 mila imprese e associazioni no-profit pari al 2% della clientela complessiva della Categoria contro un dato per le altre banche pari all’1,3%.
Nelle Banche Popolari il concetto di welfare risulta strettamente connesso a quello di responsabilità sociale che in questi istituti assume una connotazione implicita. In altri termini, l’attenzione alle questioni ambientali e sociali del proprio territorio, rappresenta un elemento fondamentale del modello economico delle Popolari, teso a promuovere una modalità di sviluppo sostenibile e solidale. Ciò avviene perché numerosi aspetti e principi che portano alla formazione di una migliore consapevolezza delle tematiche riguardanti il concetto di responsabilità sociale sono già presenti e radicati all’interno dei valori delle Banche Popolari attraverso il voto capitario, l’attenzione per tutti gli stakeholder e l’importanza che viene attribuita ad ogni singolo socio. La responsabilità sociale non è un fatto filantropico occasionale ma un impegno di lungo periodo.
Lo stretto rapporto tra le Banche Popolari e i territori di riferimento si concretizza nella politica che gli istituti fin dalle loro origini perseguono, basata sulla stabilità dei dividendi per i soci, generalmente espressione della comunità locale, e sui contributi e le donazioni che vengono effettuati in favore delle comunità. Questa impostazione è confermata dai dati relativi alla destinazione dell’utile netto dalla cui analisi storica emergono subito evidenti due importanti informazioni. La prima è una minore variabilità della quota di utile distribuita ai soci e agli azionisti da parte delle Banche Popolari rispetto al resto del sistema, a testimonianza di una politica attuata dagli amministratori non orientata, contrariamente alle banche commerciali, alla massimizzazione della redditività nel breve termine, ma allo sviluppo nel lungo periodo. La seconda è la maggiore quota dell’utile netto (in media l’8%) che il Credito Popolare destina per iniziative culturali, sociali e benefiche che vengono promosse sul territorio e pari al triplo di quella che viene devoluta dal resto del sistema. Tale cifra nel 2012 è stata pari a circa 130 milioni di euro, e secondo le prime stime supera ha superato i 140 milioni di euro nel 2015.
Nel corso degli ultimi anni le Banche Popolari hanno mostrato il loro impegno verso le comunità servite attraverso la creazione di obbligazioni (Social Bond) finalizzate al sostegno di realtà sociali, culturali, di difesa dell’ambiente e più in generale di valorizzazione dei territori. Ciò ha contribuito al realizzarsi di un circuito virtuoso di alto interesse e valore civico ed i risparmiatori-clienti hanno sottoscritto interamente ogni volta le obbligazioni «sociali» delle banche del loro territorio. Come le classiche obbligazioni esse garantiscono rendimenti di mercato e, allo stesso tempo, la banca si impegna a versare una percentuale dell’ammontare raccolto direttamente a progetti concreti (attrezzature ospedaliere, case di riposo, restauri di opere d’arte, progetti di ricerca ecc.) nello stesso territorio. Il gradimento da parte dei soci-clienti per questi strumenti si è dimostrato piuttosto elevato, considerando che le sottoscrizioni sono state chiuse in tempi record, in alcuni casi addirittura nello stesso giorno del lancio. Questo gradimento testimonia un interesse vivissimo e di un forte coinvolgimento dei cittadini che, potendo scegliere nel momento in cui impiegano il loro risparmio, sono intenzionati a sostenere iniziative innovative di partnership pubblico-private relative a progetti di sussidiarietà. Ad oggi c’è ancora uno spazio enorme da colmare negli interventi di welfare e culturali, settori che soffrono ancora più di altri la crisi: e il “social bond” rappresenta una risposta concreta e sostenibile nel tempo.
È questo un esempio concreto di welfare solidale che la banca attua nei confronti di tutti i propri stakeholder e che rende ancora oggi le Banche Popolari un punto di riferimento a livello locale per tutta la comunità.
I soci, arrivati a 1,3 milioni di unità, mantengono saldamente il loro rapporto fiduciario con gli istituti della Categoria, come dimostrano i seguenti dati. Circa l’80% di questi ha acquisito lo status di socio da oltre 3 anni, e fra questi il 57,6% è socio da oltre 10 anni, mentre poco meno di un quinto lo è divenuto nell’ultimo triennio e circa il 6% nell’ultimo anno. L’identità che spesso viene a coincidere tra le figure di socio, dipendente, cliente, fornitore rappresenta uno dei fattori che permette alla Banca Popolare di essere partecipe diretta ai progetti dell’economia del territorio, permettendo di raggiungere gli obiettivi da tutti condivisi e che tutti contribuiscono a rendere possibili. Va poi rilevata la sussistenza, in concreto, di un insieme di benefici appositamente concepiti in favore dei soci da parte di ogni Popolare che rende ancora più saldo il legame tra soci, banca e territorio e contribuisce al consolidamento del rapporto tra stakeholders e banca, con ricadute positive per l’intera comunità.
Il legame della Banca Popolare con il proprio territorio si realizza, quindi, concretamente attraverso l’impegno della banca nella promozione dello sviluppo economico, sociale, civile e culturale della comunità, garantendo una remunerazione costante nel tempo ai soci, che sono espressione del territorio stesso e che possono reinvestire tali guadagni; mediante una maggiore stabilità e solidità dell’istituto, derivante dal regolare afflusso di una significativa parte degli utili ad incremento delle riserve patrimoniali, contribuendo così a rendere la banca un istituzione di riferimento per la comunità; attraverso l’aiuto offerto per facilitare lo svolgimento di tutte quelle attività connesse con la responsabilità sociale della banca, promuovendo, quindi, iniziative culturali, di beneficenza e filantropia.
L’impegno costante delle Banche Popolari a sostegno dei territori in diverse fasi del ciclo economico, permette oggi a questi istituti di essere parte integrante ed attiva della difesa e dello sviluppo delle comunità locali sia per quanto attiene l’aspetto economico sia per quello sociale, diventando per tutti coloro che operano e lavorano sul territorio (in particolare PMI e famiglie) un punto di riferimento prezioso ed insostituibile, contribuendo, grazie al proprio patrimonio di rapporti e relazioni con la comunità locale sviluppato negli anni, alla formazione ed accumulazione di capitale sociale per tutti coloro che vivono nell’area. Solo in questo modo è possibile spiegare la crescita del numero dei clienti, soprattutto in questi ultimi anni di recessione economica, arrivati a 13 milioni di unità.
La scelta di continuare a seguire la propria vocazione ha permesso di mantenere ed incrementare quei legami fiduciari che uniscono il Credito Popolare alle rispettive aree di riferimento. Grazie a questa vocazione originaria le banche della Categoria tendono a privilegiare l’operatività con i fornitori locali, che spesso intrattengono rapporti di clientela con le Popolari stesse, in un’ottica di interesse per le esigenze del territorio e per le realtà imprenditoriali che vi operano, favorendo in tal modo il consolidamento dei sistemi economici di comune appartenenza. Particolare attenzione viene posta alla valutazione di piena rispondenza dei processi produttivi adottati dai fornitori alle norme di salvaguardia ambientale e di tutela dei diritti del personale, vale a dire alle disposizioni in materia previdenziale, antinfortunistica, assicurativa e alla norme sulla sicurezza negli ambienti di lavoro. A tale riguardo si richiedono certificazioni e referenze qualificate, così come si provvede alla verifica diretta dell’organizzazione e delle modalità operative dell’azienda. In alcuni casi la Popolare committente richiede contrattualmente l’adesione alle proprie policies ambientali e l’accettazione dei principi riportati nel Codice Etico della banca.
Poiché il capitale sociale consiste nelle norme e nei valori che promuovono un comportamento cooperativo tra individui e gruppi sociali favorendo la nascita della fiducia, delle reti sociali e della società civile, è grazie alla sua affermazione, che la presenza delle Banche Popolari tende a facilitare, che è possibile creare le condizioni per un welfare che rappresenta un ulteriore aspetto di quella sussidiarietà alla base della nascita e dell’affermazione del Credito Popolare.
Proprio per questo la mission delle Banche Popolari prosegue ancora oggi, al fine di consolidare lo sviluppo di quella rete di relazioni tra soci, clienti e tutti gli stakeholder, tali da permettere l’affermazione di una società costruita sul mutuo sostegno, sulla fiducia reciproca e sull’equità, valori che sono alla base di quel welfare che non solo a parole vuole garantire l’inclusione sociale dei cittadini.