di Umberto Minopoli
Ascolto l’amico Cuperlo in Tv. Bisogna manifestare, dice, per la pace e per una trattativa perché “è impossibile vincere con una superpotenza che possiede l’arma atomica”. Non sono d’accordo, caro Gianni.
Voi state sottovalutando l’errore e l’azzardo che Putin ha compiuto. E che lo sta impantanando. Il despota ha preteso di condurre una guerra convenzionale, non nucleare, ottocentesca nei mezzi e nei metodi, fidando sulla preponderanza dei suoi militari e sulle armi convenzionali. Molti hanno creduto a questa presunzione di Putin. E hanno detto, subito, nei primi giorni della guerra e dell’assedio a Kiev, che alla Russia non si poteva resistere, che armare l’Ucraina era sbagliato, che la superpotenza militare non si poteva sfidarla e che l’Ucraina doveva arrendersi. “Non ce la faranno mai”, predicava chi, con cinismo e assenza di umanità, chiedeva di non inviare armi ai resistenti.
Che avremmo visto in tal caso? Nessuna trattativa lo stesso ma il popolo ucraino massacrato lo stesso e con le mani legate dalla disumana decisione di non inviare le armi. E la stessa parte che diceva “no armi” a Zelenskij, diceva “no sanzioni” a Putin, in nome della difesa egoistica del nostro benessere. Dicevano alcuni: “ Perché attaccare Putin se lui non attacca noi?” Metti il nome di Hitler al posto del despota russo, e rivedi i cartelli con cui, nel 1938, alcune pacifiste e pacifisti europei intimavano ai propri governi di cedere, di voltare la faccia alle invasioni naziste dell’est. E far finta di nulla. In fondo le guerre di Hitler non li toccavano.
Credo che davvero non ci sia stato punto più basso di egoismo, cinismo e sostegno ad un imperialista che nella richiesta di stoppare gli aiuti militari all’Ucraina e le sanzioni alla Russia. Una parte della sinistra e del movimento pacifista quel punto lo ha toccato. Sbugiardata subito! Putin non ha mai neppure considerato la trattativa che i pacifisti chiedevano. Alle cui grida e, perfino a quelle del Papa, semplicemente irrideva. Lui voleva vincere la guerra sul campo. E conquistare territori, con la forza, fregandosene degli appelli pacifisti. E utilizzando gli appelli pacifisti solo nella parte che serviva a indebolire la resistenza Ucraina: l’invio di armi e le sanzioni.
Ma la realtà ha smentito la campagna di chi, dal febbraio 2022, non fa altro che invitare alla resa, in nome della invincibile e “insuperabile superiorità russa”. La superpotenza, invece, subisce rovesci impressionanti, non controlla nemmeno le terre che ruba agli ucraini, sembra impantanata e costretta essa nell’alternativa tra ritiro delle truppe o restare intrappolata in una invasione dispendiosa e carica di sacrifici di giovani russi, oltre che del popolo ucraino. La verità è che Putin si è sopravvalutato (e la propaganda pacifista ha contribuito).
Le superpotenze, nelle guerra di aggressione convenzionali, non sono affatto invincibili. La nostra generazione, ricorda caro Gianni, ha cominciato a fare politica proprio celebrando la sconfitta di una superpotenza in una guerra convenzionale: il Vietnam. L’Ucraina sta ripetendo il Vietnam. E anche Ho Chi Min, l’eroe dei nostri vent’anni, vinse anche grazie alle armi inviate dai popoli amici. Alla belva ferita, però, tu dici resta l’arma nucleare. E, in nome di essa, il pacifismo torna a ripetere la cantilena inutile di tutti questi mesi: trattativa, basta invio armi, resa dell’Ucraina. Perché, come tu hai ripetuto, una “superpotenza che ha armi nucleari, non si può battere”.
Intanto, invece, le superpotenze che hanno armi nucleari sono regolarmente battute in tutti i teatri di guerra in cui decidono di impegnarsi. E’ la storia che inizia col Vietnam e finisce con il medio-Oriente, l’Afganistan e…l’Ucraina. Nella guerra convenzionale moderna – elettronica, digitale e intelligente – la potenza del numero degli eserciti e la preponderanza quantitativa non servono. La piccola Ucraina, sostenuta dalla tecnologia bellica occidentale, può vincere la guerra convenzionale, con la superpotenza dotata di armi nucleari. Ora, tu dici, la scena cambia: il gigante azzoppato e con le spalle al muro minaccia di ricorrere, primo nella storia del mondo al mondo, all’arma nucleare, seppure “tattica”. E, allora, “arrendiamoci”!
Anche qui, si prende troppo sul serio l’azzardo del dittatore. Putin non può tutto. E già oggi, con la guerra che sta perdendo, comincia a dover dare conto al suo popolo delle bugie che ha raccontato e dell’azzardo compiuto. L’arma nucleare tattica non può essere usata. Non causa l’estinzione reciproca come quelle strategiche. Ma ha effetti terribili (in numeri di morti e aree di distruzione). E chi la usa si espone a risposte che impongano colpi proporzionati a quelli ricevuti. Putin dovrebbe fronteggiare, oltre che la rivolta del mondo, quella del suo popolo. E degli alleati come Cina e India. A cui l’uso di armi nucleari tattiche creerebbe allarme per un precedente che potrebbe riguardare i loro paesi. Sarebbe, certo, l’incendio del mondo. E Putin (se non deposto prima) non si spingerà a tanto, non varcherà la soglia.
L’errore, caro Gianni, non è manifestare per la pace. E’ farlo, asserendo la pretesa di resa alla superpotenza invincibile. E’ farlo dando per scontato il furto dei territori ucraini, delle sue infrastrutture energetiche. E’ farlo chiedendo agli ucraini la resa e la rinuncia alle terre che si sta riprendendo. E’ farlo, infine, in aperta polemica con gli Stati e i governi dell’Occidente, in primis gli Usa, che stanno sostenendo l’Ucraina.
Perché non si indice una manifestazione che abbia due punti chiari: chiedere a Putin di fermarsi e uscire dall’Ucraina; sostegno pieno all’Ucraina che sta liberando le sue terre invase e annesse illegalmente? Continuare con manifestazioni ipocrite in cui la richiesta di pace e diplomazia continua ad essere messa in contraddizione col diritto dell’Ucraina a difendersi e col dovere occidentale di sostenerla, caro Gianni, è solo continuare a dividere il popolo che (tutto) vuole la pace. E a fare eventi inutili per la pace e la trattativa. E utili solo a Putin per raccontare al suo popolo che lui non è solo e sconfitto, ma è riuscito a dividere le opinioni pubbliche occidentali con la sua propaganda di guerra.
Un oltraggio alla verità e alla libertà, caro Gianni.
Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare. Ha lavorato nel Gruppo Finmeccanica e in Ansaldo nucleare. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro delle Attività Produttive tra il 1996 e il 1999. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dei Trasporti dal 1999 al 2001. Consigliere del Ministro dello Sviluppo Economico per le politiche industriali tra il 2006 e il 2009.