di Giorgio Tonini
Giorgio Tonini ha originariamente scritto una lettera quasi identica alla presenta a una persona che ha lasciato il Pd per Italia Viva. La pubblichiamo qui con qualche adattamento che spersonalizza e che pone in modo esigente alcuni problemi.
Caro scissionista, non posso condividere questa tua e vostra scelta.
Il ruolo di un grande partito dei riformisti
In termini generali, perché non ho mai creduto ai partitini, ma sempre ai grandi partiti: è nelle grandi forze politiche che si gioca la partita ed è meglio essere in minoranza in un grande partito, che farsi un partitino personale.
Del resto, abbiamo pensato il Pd, casa comune dei riformisti, come partito plurale, a vocazione maggioritaria e contendibile. Il Pd com’è oggi non ci piace. Ma mi piaceva ancora meno quello di Bersani, esplicitamente in contrasto col Pd di Veltroni e del Lingotto.
E invece, grazie alla natura contendibile del Pd, è spuntato Renzi che ha battuto tutti e portato il Pd al 40 per cento. Poi le cose sono andate come sappiamo: abbiamo perso il referendum, le elezioni e poi anche il partito. Ma non abbiamo mai voluto davvero interrogarci sul perché.
Non abbiamo perso perché c’erano i cattivi che remavano contro. Nessun disegno riformatore ha mai potuto affermarsi senza incontrare resistenze, talora feroci. E allora chiediamoci perché lo stesso Paese che ci ha dato una fiducia così vasta ci ha poi voltato le spalle. L’uscita di Matteo è un atto di superbia e di presunzione, che maschera goffamente una volontà di fuga, per paura di fare i conti con onestà con i nostri limiti e i nostri errori. Ma così non si va lontano.
Un’impresa che ha bisogno di tutti noi
C’è una seconda ragione, non meno importante, che mi porta a non condividere la vostra scelta.
Anche grazie a Matteo, noi ci siamo imbarcati in una impresa che condivido (il governo giallo-rosso), ma che è ad altissimo rischio di insuccesso. L’ultima cosa di cui abbiamo ora bisogno è una bella scissione del Pd, che è l’asse portante di questa impresa.
Abbiamo su di noi gli occhi non solo degli italiani, ma dell’Europa e del mondo. Che fanno il tifo per noi. E noi ci dividiamo? Per ragioni incomprensibili, prepolitiche, quasi psico-relazionali? Non ho parole.
Mi fa rabbia vedere Matteo ridursi così e vedere il ghigno soddisfatto di chi voleva vedergli fare questo passo falso.
Buon lavoro e buona fortuna
Consigliere provinciale a Trento e presidente del gruppo del Partito Democratico del Trentino. Componente della Presidenza di Libertà Eguale.
Senatore dal 2001 al 2018, è stato vicepresidente del gruppo del Partito democratico in Senato, presidente della Commissione Bilancio e membro della segreteria nazionale del Pd.
E’ stato presidente nazionale della Fuci, sindacalista della Cisl, coordinatore politico dei Cristiano sociali e dirigente dei Democratici di Sinistra.
Tra gli estensori del “Manifesto per il Pd”, durante la segreteria di Walter Veltroni è stato responsabile economico e poi della formazione del partito.