LibertàEguale

Ciao, compagno Ruffolo

di Danilo Di Matteo

 

Scambiai qualche parola con Giorgio Ruffolo, da poco scomparso, in occasione del convegno romano dei Ds del 27 febbraio 1999: “Socialismo e libertà:  ricordando Carlo Rosselli”. Ero emozionatissimo. Avevo di fronte un politico e un intellettuale che incarnava ciò in cui credevo. All’alba del centro-sinistra quel gruppo di studiosi aveva dato sostanza a una grande speranza. Una sostanza e un’anima. Era un tempo nel quale il “tecnico” non era percepito come una sorta di computer vivente senza cuore. No: furono quei ragazzi a consentire al centro-sinistra di spiccare il volo; pur se un volo troppo breve. Fra i loro punti di riferimento vi era Antonio Giolitti, e, come lui e come lo stesso Ugo La Malfa, rappresentavano la coscienza critica della sinistra.

Mi trovai a leggere suoi contributi luminosi agli inizi dell’esperienza di MicroMega. E, in seguito, non condivisi la sua valutazione del New Labour di Tony Blair: una linea, quella blairiana, che lui interpretava come “una pista di atterraggio morbido per il neoliberismo”. Una questione ancora aperta e controversa.

E scolpita in me è l’espressione da lui genialmente mutuata da Ernst Bloch (il quale si riferiva invece al bolscevismo): “l’utopia concreta socialdemocratica”.

Un’utopia concreta sempre più flebile, forse tramontata, eppure costitutiva dell’identità stessa dell’Europa. Così come tu, compagno Ruffolo, continui a essere fra le più alte espressioni della sinistra, dandole un volto, una voce e un pensiero.

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