di Umberto Minopoli
Sabato un lungo articolo di Zingaretti sul Corriere: le cose da fare con il Next Generation, i fondi europei. Molti vedranno cose ovvie, scontate, accettabili da tutti. Già questo non sarebbe un male, anzi. Vuol dire che il più importante partito del centrosinistra mantiene la barra della concretezza, senza voli pindarici, libri dei sogni, formulari ideologici e gli slogans, testimoniali e simbolici, di appartenenza che, da sempre, sono il diaframma tra la sinistra e una cultura di governo pragmatica e a “vocazione maggioritaria”. Un passo avanti, dunque.
Ma inviterei a leggere con attenzione le proposte di Zingaretti. Io vi trovo delle novità. A mio ricordo, è la prima volta che a sinistra al primo posto, nella spesa per investimenti di prospettiva compare l’obiettivo della digitalizzazione (con esplicito riferimento al 5G). Ne prendano nota sindaci, consiglieri comunali, politici locali che, sui territori locali, abbracciano le battaglie luddiste e demonizzanti contro le antenne per la banda ultralarga.
Lo stesso per altri punti, nuovi e impegnativi, che Il segretario Pd tocca (mi piace il riferimento alla space economy dove si va aprendo una sfida competitiva più ambiziosa, perfino, di quella che portò l’uomo sulla luna).
Il punto debole per me, nell’articolo, è il nodo dell’energia: il tallone d’Achille. Per uscire dalla recessione avremo bisogno di tanta energia, di una ripresa consistente dei consumi elettrici ed energetici, in generale. Anche per avere le auto elettriche di cui parla l’articolo di Nicola: le auto elettriche, direbbe Catalano, vanno ad elettricità. Che bisogna produrre. Basta far leva su “rinnovabili, risparmio energetico ed economia circolare” per immaginare le grandi quantità di energia che serviranno? Un modo per generare energia è intendere l’economia circolare, non solo come riciclo, ma anche come transizione dal “rifiuto” all’energia.
Occorre fare, caro Nicola, come col 5G: abbandonare ostilità ideologiche e desunte della sinistra “agli impianti di trattamento dei rifiuti”, a quelli che non riciclano soltanto ma ricavano energia spendibile dai rifiuti. L’articolo di Zingaretti non fa menzione, per restare sull’energia, della formulistica consueta di un certo ecologismo di sinistra: demonizzazione delle fonti fossili, carbon tax, plastic tax e balzelli di vario tipo. Ottimo.
Ma c’e’ un non detto: la strategia che Zingaretti indica al Paese – diventare la piattaforma digitale di un nuovo ponte di comunicazione tra Europa e Mediterraneo – ha nell’energia il suo punto chiave. E significa import, stoccaggio e immissione in rete (anche per l’export) del gas. L’Italia sarà un ponte e una nuova via di comunicazione, tra Sud e Nord del mondo, se diventa l’hub mediterraneo del gas. Anche su questo sarebbe il caso di superare vecchie e ideologiche reticenze.
Comunque Zingaretti, nel pieno della disputa, a tratti irritante su chi scrive il programma del Recovery Fund, si cimenta sul “cosa” mettere in quel programma. E lo fa con una scelta coraggiosa per un leader di sinistra: non fa ricorso all’ideologia e al formulario degli slogan della eterna sinistra ma parla di cose concrete e di innovazione. Un bel passo.
Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare. Ha lavorato nel Gruppo Finmeccanica e in Ansaldo nucleare. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro delle Attività Produttive tra il 1996 e il 1999. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dei Trasporti dal 1999 al 2001. Consigliere del Ministro dello Sviluppo Economico per le politiche industriali tra il 2006 e il 2009.