di Alessandro Maran
La Camera dei Rappresentanti americana (guidata dai repubblicani) ha approvato, e il presidente Joe Biden ha firmato, un pacchetto di aiuti da 61 miliardi di dollari per l’Ucraina che ha fornito quella che
The Economist ha definito “la migliore notizia dell’anno” per quel paese (
https://www.economist.com/…/the-house-of…).
Max Seddon, Christopher Miller e John Paul Rathbone del
Financial Times (
https://www.ft.com/…/1e7204cf-ebb0-443d-9c67-84cba2332391) scrivono che funzionari e analisti della difesa occidentale prevedono che ciò aiuterà Kiev a smorzare l’offensiva russa prevista quest’anno (gli autori del FT e gli esperti da loro citati ipotizzano che l’offensiva probabilmente si baserà, come del resto tutto lo sforzo bellico della Russia degli ultimi tempi, su un’elevata quantità di armi a bassa tecnologia come bombardamenti di artiglieria, droni e bombe plananti).
L’assistenza degli Stati Uniti rafforzerà quella che recentemente sembrava essere una difesa ucraina promettente ma male equipaggiata, scrive Gabriel Elefteriu per Bruxelles Signal: “Tra grandi problemi e battute d’arresto generali al fronte, gli ucraini hanno anche ottenuto alcuni successi tattici che dimostrano quel che si può ottenere contro le forze russe se sarà disponibile un maggiore sostegno militare occidentale. Ad esempio, l’esercito ucraino è recentemente riuscito a distruggere una batteria S-400 in Crimea, apparentemente con missili ATACMS forniti segretamente dagli Stati Uniti settimane fa (…) Nell’ultima settimana, le forze ucraine hanno anche abbattuto un bombardiere strategico Tu-22M3 (una risorsa russa molto apprezzata) a lunghissima distanza” (
https://brusselssignal.eu/…/hope-reloaded-how-the-new…/).
Sostenendo il contrario, Ted Snider scrive per
The American Conservative che l’Ucraina si trova ad affrontare una carenza di uomini e non solo di armi (cercando di affrontare il problema, Kiev ha recentemente riformato le regole per il reclutamento nelle forze armate, abbassando l’età della leva). Il pacchetto di aiuti, sostiene Snider, “non garantirà la vittoria promessa. L’unica cosa che farà sarà prolungare la guerra e proseguire con la perdita di vite e terre ucraine” (
https://www.theamericanconservative.com/what-61-billion…/).
Ma oltre a questo aiuto, scrive la deputata ucraina Kira Rudik per l’
Atlantic Council, Washington ha fatto qualcos’altro di significativo. “Mentre finora l’attenzione si è concentrata sugli aspetti militari di questo nuovo pacchetto di aiuti statunitensi, il disegno di legge approvato a Washington DC include anche un passo importante verso la responsabilità finanziaria della Russia per l’invasione dell’Ucraina”, scrive Rudik. “La legge sulla ricostruzione della prosperità economica e delle opportunità per gli ucraini, o legge REPO, apre la strada al sequestro delle partecipazioni della Banca centrale russa che sono state congelate negli Stati Uniti per più di due anni, ponendo anche le basi per un approccio più globale alla questione della confisca dei beni russi” (
https://www.atlanticcouncil.org/…/us-takes-big-step…/).
Esaminando la legge firmata da Biden per Lawfare, Ingrid Brunk invita invece alla cautela, poiché gli Stati Uniti potrebbero creare un precedente che ha “il potenziale per frantumare ulteriormente i sistemi economici e finanziari globali” (https://www.lawfaremedia.org/…/the-controversial-repo…). La maggior parte dei beni congelati della Russia non si trovano negli Stati Uniti, come hanno notato Rudik e altri. L’Unione Europea ha compiuto un passo simile, ma meno drammatico, avanzando un piano per aiutare l’Ucraina con i profitti che le attività russe congelate detenute in Europa stanno generando, ma non con il denaro russo stesso ( https://www.theguardian.com/…/eu-agrees-in-principle-to…). Rudik scrive che se si vuole sequestrare e riappropriarsi dei fondi russi congelati per aiutare Kiev, gli Stati Uniti sembrano voler andare avanti insieme ai principali alleati, e non unilateralmente. “Sembrerebbe certamente che i membri dell’élite dominante russa siano più preoccupati per la sicurezza delle proprie risorse finanziarie che per la sicurezza dei soldati russi che combattono in Ucraina”, scrive Rudik per l’Atlantic Council. “In effetti, molti osservatori sostengono da tempo che la massima priorità di Putin sia quella di salvaguardare la propria ricchezza illecita e quella della sua cerchia ristretta. Se l’Occidente è seriamente intenzionato a sconfiggere la Russia in Ucraina, dovrebbe cercare di sfruttare questa apparente vulnerabilità”.
Già senatore del Partito democratico, membro della Commissione Esteri e della Commissione Politiche Ue, fa parte della presidenza di Libertàeguale. Parlamentare dal 2001 al 2018, è stato segretario regionale dei Ds del Friuli Venezia Giulia.