di Ranieri Bizzarri
La rinuncia di Marco Minniti alla candidatura a Segretario del Partito Democratico priva il dibattito congressuale della personalità che più di ogni altra era caratterizzata da un profilo di reale sinistra riformista e di governo.
Non è questo il momento di discutere i motivi che hanno portato alla rinuncia di Minniti, né di abbandonarsi allo sconforto. Non ce lo possiamo permettere. Sei soli mesi di governo populista e sovranista hanno risospinto l’Italia verso la crisi economica, l’imbarbarimento civico e culturale, l’isolamento europeo.
La nostra democrazia, nata dalla Resistenza, è sempre più indebolita di fronte all’assalto di idee plebiscitarie, razzismo da bar, follie parascientifiche e dottrine economiche figlie dell’improvvisazione volte solo ad accrescere il rancore sociale. Il grado di partigianeria, incapacità decisionale, sterilità legislativa della politica italiana ha superato da tempo il livello di guardia.
Il Partito Democratico, maggiore forza di opposizione del Paese, deve farsi carico di una proposta al passo con i tempi, che guardi al futuro, che abbia come obiettivo lasciare ai nostri figli un Paese più ricco, prospero e solidale di quello in cui ci siamo trovati e ci troviamo a vivere.
L’associazione Libertà Eguale ha da tempo individuato in 11 Tesi Riformiste la chiave per lo sviluppo democratico e la crescita economica del nostro Paese, nel più ampio contesto europeo.
Per tutto questo, chiediamo a gran voce che al Congresso del PD partecipi un candidato/a la cui piattaforma politica si richiami alle 11 Tesi; un candidato/a che offra al PD un’alternativa realmente riformista.
Il consenso elettorale che riuscirà a raccogliere attorno alla proposta politica è sì importante, ma non è tutto: molto più importante è che la fiammella riformista non si spenga.
John Fitzgerald Kennedy una volta ha detto: Le cose non accadono, le cose vengono fatte accadere.
E il momento è adesso.
Tanta delusione per l’incapacita, o mancanza di volontà, al fine di avere un Pd forte,in queso momento, nel quale serve UN GRANDE SFORZO COMUNE per avere un’alternativa forte, non una miriade di candidati, in competizione tra loro. Si rtirino quasi tutti, testino solo Monniti e Zingatetti, se si vuole avere un’alta percentuale