di Carlo Fusaro
Non c’è bisogno di essere c.d. sovranisti per volere che il proprio paese difenda i suoi legittimi (legittimi! non il diritto di fare debiti a gogò, per intenderci) interessi. E’ ovvio.
Lo stesso vale a tutti i livelli: ciascuno di noi appartiene a più comunità, locale-comunale, regionale, statale, europea.
I fiorentini difenderanno il loro interesse a che Firenze abbia in relazione ai suoi progetti i finanziamenti che le spettano (per aeroporto, tranvia, attraversamento ferroviario, infrastrutture, e quant’altro, Teatro comunale incluso).
I toscani difenderanno l’interesse della Toscana alla sua parte di investimenti e alle opere pubbliche che servono (ancora aeroporti, collegamento Livorno-Civitavecchia che non c’è, etc. etc.).
L’Italia in Europa dovrà difendere i mille interessi suoi legittimi: tutela dei marchi, delle produzioni di qualità, della sua agricoltura, delle sue imprese, etc. etc. Magari la tutela comune delle frontiere e la famosa faccenda della redistribuzione dei rifugiati che vengono dal mare, e così via. Magari ancora politiche economiche e fiscali comuni che non avvantaggino alcuni e svantaggino altri… sapendo naturalmente che se si tira la coperta da una parte si scopre qualcun’altra e quindi si tratta di trovare sempre un compromesso.
L’unica cosa che conta a livello europeo è la capacità di incidere, la capacità di spostare gli altri sulle tue posizioni, negoziando e rinegoziando, con pazienza, capacità, ostinazione non ottusa, mettendo in campo risorse, abilità, capacità linguistiche e diplomatiche, i sacrosanti do ut des, la predisposizione alle alleanze vincenti, la capacità di indicare i nomi giusti per i posti giusti – e ottenerli.
Così e solo così si tutelano DAVVERO gli interessi legittimi nazionali, trovando il modo di far coincidere i propri con quello della maggior parte degli europei.
Allora andando a votare domenica 26 maggio l’elettore deve chiedersi: per difendere gli interessi italiani (singoli, famiglie, territori, imprese) in Europa serve alzare la voce, offendere tutti, provocare in continuazione, puntare i piedi, urlare e fare le vittime di chissà quali soprusi, isolarsi o giù di lì oppure al contrario serve l’opposto? capacità di dialogo, di persuasione, di alleanza? alleanza con altri stati membri e alleanza politica nel Parlamento europeo?
Serve stare da soli nel PE (come il M5S che sta con quelli della Brexit!) o mal accompagnati (come la Lega che sta con i più sovranisti ed euroscettici che poi sulle singole questioni – da bravi sovranisti – sono i primi a censurare l’Italia e ad andare contro i suoi interessi)?
Meglio con Merkel e Macron e Sanchez, o meglio con Orban e Le Pen e Farage? Fare i burbanzosi che sbraitano molto e ottengono il contrario di ciò che serve o far politica e allearsi a chi sa e vuole mandare avanti la comune impresa europea? E’ davvero una grande idea rinnegare 60 anni di coerente politica per la pace e la crescita dell’UE per mettersi con chi vuole buttare a mare tutto ciò, strizza l’occhio a Trump e Putin, si mette con quelli che l’Europa la vogliono morta, e soprattutto non competitiva né per potenza economica né per valori?
Presidente del Comitato scientifico di Libertà Eguale. Già professore ordinario di Diritto elettorale e parlamentare nell’Università di Firenze e già direttore del Dipartimento di diritto pubblico. Ha insegnato nell’Università di Pisa ed è stato “visiting professor” presso le università di Brema, Hiroshima e University College London. Presidente di Intercultura ONLUS dal 2004 al 2007, trustee di AFS IP dal 2007 al 2013; presidente della corte costituzionale di San
Marino dal 2014 al 2016; deputato al Parlamento italiano per il Partito repubblicano (1983-1984).