Nell’iter di discussione per la conversione in legge del decreto “salva-risparmio” sembra essere pronto un importante e, finalmente, concreto emendamento sull’educazione finanziaria. Di educazione finanziaria, soprattutto negli ultimi due anni e soprattutto in concomitanza di eventi critici di singoli istituti bancari, molto si è parlato e molto si parla, ma ancora troppo poco è stato fatto. Dall’esito di un censimento di Bankitalia sulle iniziative di educazione finanziaria in Italia emerge che non sono affatto mancati gli sforzi, non sono mancate le iniziative ad opera di Ministeri, scuole, singole banche, fondazioni e associazioni. E’ mancato, però, il coordinamento. Manca un quadro nazionale che definisca, in modo unitario, fabbisogni formativi, priorità e criteri di intervento. Manca il requisito fondamentale della verifica dell’efficacia delle attività in essere. I progetti in corso continuano, per questo, ad essere frammentati, coinvolgono un numero modesto di partecipanti e solo pochi hanno visto un impegno economico significativo. Queste carenze si riflettono poi nelle conoscenze degli italiani che risultano continuare ad essere alquanto modeste e aprono un problema grande visto che il basso livello di alfabetizzazione finanziaria si ripercuote su molte e delicate scelte che i cittadini sono chiamati a fare ogni giorno relativamente a investimenti e risparmi, ma anche al sistema pensionistico e assicurativo che li riguarda. Spesso esiste la difficoltà anche di far conoscere a potenziali beneficiari l’esistenza di iniziative e prodotti di loro interesse.
Insomma, in Italia l’educazione finanziaria si fa ma non è organizzata con il risultato che gli italiani sono ancora indietro per livello di conoscenze. Del resto, già nello scorso mese di giugno, la Commissione Finanza della Camera aveva organizzato un seminario per ascoltare i pareri dei soggetti più direttamente interessati (tra i quali Bankitalia, Consob, Abi, Assopopolari, Confindustria ed altre associazioni di categoria, di consumatori e utenti, singoli istituti di credito e docenti universitari) sulla proposta di legge – primo firmatario l’On. Maurizio Bernardo, Presidente della Commissione Finanze della Camera – che prevede l’istituzione di un’Agenzia nazionale per la promozione dell’educazione finanziaria sotto il potere di indirizzo e vigilanza del MEF. In quella occasione, tutti gli interventi, alla luce della situazione critica della situazione italiana, hanno sottolineato l’importanza e l’urgenza di un vasto programma di educazione finanziaria per mettere a frutto, e in relazione tra loro, le diverse esperienze che già da tempo si fanno da parte dei singoli operatori. Tutti, in quella occasione, hanno concordato sulla necessità di iniziare la campagna dalle scuole primarie, ma di inserire corsi di educazione finanziaria anche nei corsi universitari. Per tutti bisogna utilizzare gli strumenti più vari che, di volta in volta, si ritengono più opportuni (convegni, pubblicazioni, siti web, campagne informative e comunicative). Ma soprattutto, per tutti è necessario ed urgente una normativa ed un coordinamento centrale.
Il quadro era chiaro già da tempo e fa ben sperare la decisione di oggi di accorpare le diverse proposte di legge che giacciono nei due rami del Parlamento per introdurle nel testo di conversione in legge del decreto “salva-risparmio” che è in discussione. Fa ben sperare perchè va nella direzione auspicata di dar, finalmente, vita ad una strategia nazionale per l’educazione finanziaria sia potenziando e coordinando – con il coinvolgimento diretto del Ministero dell’Istruzione – la formazione per i giovani e per gli adulti, sia istituendo un Comitato nazionale per l’educazione finanziaria che riempirà quel vuoto che, come abbiamo visto, è stato pesante. Del Comitato, che verrà rinnovato ogni tre anni e verrà istituito presso il Ministero dell’Economia, parteciperanno rappresentati dei Ministri dello Sviluppo, del Lavoro, del Miur, naturalmente di Bankitalia, Consob, Ivass e Covip, ma anche Abi, Ania, la conferenza dei rettori e altre associazioni di categorie e di rappresentanza.
L’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari è pronta a fare la propria parte, è pronta a mettere a disposizione il proprio contributo che deriva dalla specificità della natura degli istituti di credito che essa rappresenta e dall’esperienza accumulata, lungo tutta la sua storia, sul tema dell’educazione finanziaria che dal 2008 è divenuta una priorità in quanto elemento strategico per la sostenibilità dell’intero sistema economico. La tutela di un modello relazionale, quale formula di contatto con la propria clientela ha, infatti, portato Assopopolari, in questi anni, alla realizzazione di diverse pubblicazioni e supporti per formare e informare risparmiatori, clienti, soci ma anche operatori dei singoli istituti, per supportare l’azione nei territori delle Banche Popolari. Questo patrimonio è ora a disposizione del costituendo organismo nazionale – non è ancora chiaro se si tratta di una vera e propria Agenzia o di un più semplice Comitato consultivo – per l’educazione finanziaria e, pensiamo, sarà utile per la definizione di un piano che, essendo di carattere nazionale, dovrà tener presente e si dovrà avvalere di tutte le specificità esistenti.