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Energia, la strategia europea del mix elettrico

di Umberto Minopoli

 

Ora puntare sull’elettricità non prodotta con il gas. E’ questa, insieme al prezzo del gas, la strategia europea per compensare le forniture russe e calmierare i prezzi dell’energia.

Significa spingere al massimo la produzione elettrica che proviene da cinque fonti principali: idroelettrico, solare, eolico, nucleare, carbone.

Tolto quest’ultimo, cui si ricorre per l’emergenza, le quattro fonti elettriche “no carbon” sono la soluzione non solo all’emergenza, ma indicano il futuro del mix elettrico europeo. E’ lì che bisogna andare.

L’elettricità – e le fonti da cui proviene – deve essere gestita come un bene strategico europeo. Non basta mettere tetti ai prezzi di queste fonti. Non basta coordinarne l’uso efficiente attraverso i risparmi e le misure di austerità. Queste misure sono solo difensive.

Occorrerà anche sviluppare al massimo, in una chiave europea, l’offerta di volumi di energia elettrica prodotta dalle quattro fonti suddette. E renderla disponibile, per tutti i paesi europei, attraverso le interconnessioni (elettrodotti) da potenziare. L’elettricità, insomma, come bene comune.

Il mix elettrico – idroelettrico, solare, eolico, nucleare (con anche geotermia e biomasse) – deve diventare il modello di sistema di generazione elettrica che vale per tutto il continente. La diversificazione con quelle fonti, significa prefigurare il modello di stabilità e sicurezza degli approvvigionamenti energetici nel medio-lungo periodo: il punto d’approdo della “transizione energetica” di cui, a causa dell’emergenza dei prezzi, sembra non si parli più.

il nuovo Parlamento dovrà, e prioritariamente, discutere un piano energetico nazionale che indichi il posto e il ruolo di ciascuna di quelle “fonti elettriche” nel mix energetico italiano. Che dovrà conformarsi a quello che sta prendendo corpo in Europa.

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