A un anno dal voto del 23 aprile 2017, il risultato delle presidenziali francesi sembra già scritto: socialisti fuori al primo turno, ballottaggio tra la Le Pen e Juppé, comodo successo finale dell’ex primo ministro. Mentre non vi è nel Fronte Nazionale chi possa contendere la candidatura presidenziale a Marine Le Pen, il centrodestra sceglierà per la prima volta il proprio candidato all’Eliseo mediante primarie aperte in programma il 20 novembre, con eventuale ballottaggio il 27: nessuno al momento dubita che a vincerle sarà Alain Juppé. Il settantenne sindaco di Bordeaux, un centrista più moderato e meno divisivo di Sarkozy, pare avviato a staccare quest’ultimo di dieci punti nel primo turno e di venti nel secondo.
La sinistra, dal canto suo, è alle prese con più di un’incognita: i sondaggi sulle presidenziali registrano intenzioni di voto al 2% per ognuno dei due candidati dei movimenti oltranzisti Lotta Operaia e Nuovo Partito Anticapitalista, il 3% per la Verde Duflot, il 13% per Mélenchon del Fronte Pcf-Parti de Gauche, e solo il 15% per il Presidente Hollande, sempre più impopolare tra i suoi connazionali. La somma di tutti i candidati di sinistra fa 35 per cento, lo stesso punteggio che per il primo turno delle presidenziali viene attribuito a Juppé, mentre la Le Pen è data al 30%. Sono evidenti i dilemmi dinanzi ai quali si trovano i socialisti: l’accesso al ballottaggio del 7 maggio del prossimo anno resterà un sogno se le tre forze della sinistra non antisistema correranno divise al primo turno. Ma un accordo tra loro ad oggi appare inimmaginabile, e inoltre comporterebbe, insieme a qualche indubbio vantaggio elettorale a breve termine, grossi costi politici a lungo termine. Come può in queste condizioni il Ps recuperare voti ed evitare un bis del trauma del 2002 quando il sorpasso di Jean-Marie Le Pen estromise dal ballottaggio il primo ministro in carica Jospin che era uno dei cinque candidati al primo turno dei partiti dell’allora “maggioranza plurale”? Spostandosi a sinistra come sembra aver deciso Hollande negli ultimi giorni? Oppure puntando sull’abbattimento degli steccati tra sinistra e centro, storicamente molto alti in Francia, all’insegna di una proposta modernizzante e social-liberale come quella del giovane e dinamico ministro dell’economia Macron? Può accadere di tutto. Il duello è già iniziato.
Sindaco di Vinci dal 2004 al 2013. Parlamentare Pd dal 2013, è stato Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato dal 2020 al 2022. Attualmente ne è Vicepresidente.