LibertàEguale

Fratelli Tutti: un messaggio per la società aperta

di Stefano Ceccanti

Schema di relazione sull’enciclica “Fratelli Tutti”

A- I punti di partenza

1- La chiesa cattolica ha uno sguardo universale e come tale in linea generale non si lega specificamente a nessuno schieramento politico (Gaudium et Spes del Vaticano II).

2- Nessuna forza politica muovendosi sul terreno proprio può riprendere pedissequamente e integralmente, comunque senza mediazioni, l’impostazione della Chiesa cattolica (l’ancoraggio è la Costituzione).

3- Tuttavia, ferma l’autonomia reciproca, forze politiche e Chiesa condividono la stessa sfera pubblica di formazione di quella cultura deliberativa (cos’è vero e cos’è falso) e di quell’ethos pubblico (cos´è giusto e cosa è ingiusto) la cui più ampia condivisione possibile è condizione necessaria di funzionamento delle istituzioni democratiche. La Chiesa sviluppa un insegnamento sociale perché non vede la realtà in modo intimistico, si prefigge di cambiarla (par. 276 del testo) e dà il proprio contributo alla definizione democraticamente condivisa del bene comune alla cui tutela è ordinato il potere civile. Ovviamente questa funzione civile della religione nella costruzione del consenso democratico presenta sempre rischi di integralismo, di deduzioni troppo facili dai principi alle applicazioni in una società pluralistica. Le forze politiche a loro volta devono farsi garanti, rispetto alla Chiesa, delle esigenze della società pluralista, ma non debbono cadere nel giurisdizionalismo, cioè nella pretesa di minare l’autonomia interna della Chiesa.

B- Il quesito che ci poniamo

Cosa dice allora la Fratelli Tutti al Partito Democratico, ad un partito politico di centrosinistra e ai riformisti? Questo è infatti l’oggetto del nostro incontro odierno. Ad un partito politico nel suo insieme, non ai soli cattolici, ovviamente. Propongo qualche riflessione introduttiva e qualche domanda, a cui reagiranno i nostri interlocutori.

C- Due punti di riflessione

1- C’è consonanza totale sulla lettura globale con tutte le forze, non solo di centrosinistra e riformiste, che si muovono su una linea di apertura sovranazionale e non di chiusura sovranista: chiarissimi i punti 27 contro i costruttori di muri, il 174 sul multilateralismo e il punto 86 contro coloro che supportano le logiche di chiusura utilizzando strumentalmente la fede religiosa. Possiamo dire che questo testo, uscito poco prima delle Presidenziali americane, si pone indubbiamente come alternativo al partito internazionale della chiusura impersonato da Trump in termini politici e da Bannon in termini di intreccio politica-religione. anche il par. 214 sui rischi di “fissismo morale” si discosta da una certa retorica dei principi non negoziabili che, specie negli usa, ha finito per convergere con le posizioni sovraniste. Non è uno schieramento sull’asse destra-sinistra, è una posizione netta su quello apertura-chiusura.

2- C’è consonanza di principio, ma va interpretata bene, sui temi della disuguaglianza e c’è un invito a sviluppare iniziative creative per ridurla. La lotta per l’uguaglianza non è identificata in termini semplicistici ed immediati come espansione dell’economia direttamente gestita dallo Stato. Il richiamato al nesso uguaglianza-fraternità (par. 104) e al pluralismo sociale prima ancora che istituzionale e politico (par. 171) suppone una collaborazione tra vari attori economici e sociali. Quali percorsi immaginiamo di fare? Quali personalità e forze politiche e sociali si muovono su questa linea?

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