LibertàEguale

Il cuore rosso d’Italia

di Danilo Di Matteo

 

Gli ottimi risultati conseguiti dal centrosinistra in Emilia-Romagna e in Umbria e il trionfo del Pd non possono non avere anche una valenza nazionale ed europea. Una valenza forte. La conferenza di Reggio Emilia di Palmiro Togliatti Ceto medio e Emilia rossa, del settembre 1946, segnò una lunga fase della nostra vicenda politica. Un modo di intendere i rapporti politici e di tessere le relazioni sociali ed economiche: una lunga pagina del “riformismo all’emiliana”. E che dire della parola d’ordine di Silvio Berlusconi di “detoscanizzare” l’Italia? Il tentativo di recidere le radici della sinistra italiana. 

Ecco, quelle radici non sono state recise. Anche ieri, come oggi, pur se in forme profondamente diverse, vi era una pluralità di presenze e di sensibilità nel campo della sinistra-centro: dall’ecopacifismo di cultura cattolica alle istanze laiche e libertarie, fino ai tratti più “tecnocratici”. Qui è il senso del “campo largo”. Poi, però, vi è il trionfo dem, che non andrebbe sottaciuto, magari per una sorta di pudore. E quanto mai opportuna è la sottolineatura da parte di Elly Schlein del carattere, insieme, plurale e unitario del Pd come motivo determinante del risultato. 

Non si tratta di considerare gli altri soggetti come cespugli, anzi. Tuttavia i dem sono i “grandi tessitori”. E restituire al Paese il suo cuore rosso è condizione essenziale per provare a promuovere e intercettare le spinte riformatrici e modernizzatrici, per indirizzarle a sinistra e per ritrovare quel dialogo fecondo con il profondo Nord e con il Mezzogiorno tale da tradurre il desiderio diffuso di cambiamento in un’alternativa di governo.

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