di Marco Leonardi
Il governo dell’eccesso nell’ultima settimana:
- ha reagito ai drammatici fatti di Genova promettendo la revoca immediata delle concessioni e la nazionalizzazione delle autostrade; adesso probabilmente dovrà fare marcia indietro su entrambe le promesse;
- ha proposto una demenziale Flat Tax per le partite IVA al 15% che crea uno spropositato vantaggio per le imprese, spingendole a trasformare i lavoratori dipendenti in partite IVA fasulle;
- ha proposto un demenziale piano che taglia le pensioni in essere sopra i €4000 per chi è andato in pensione a un’età legittima ma considerata ingiusta dal governo gialloverde. Nel dubbio ha poi corretto facendo circolare un altro piano che tassa tutte le pensioni in essere sopra i €2000 mensili lordi (?!).
Del resto il Governo dell’eccesso ha sempre agito con annunci esagerati a cui sono seguiti risultati assai modesti. Anche nel decreto dignità ha proposto una norma demenziale sui contratti a termine per poi parzialmente correggerla in maniera insufficiente con un periodo transitorio (e copiando gli incentivi per le assunzioni dei giovani e i voucher dal governo Gentiloni).
La verità è che alla fine, nonostante gli annunci, il governo dovrà tradire le promesse su tutto: dalla nazionalizzazione delle autostrade alla Flat Tax, alle pensioni al reddito di cittadinanza.
Se ci va bene farà una legge di bilancio basata sugli investimenti pubblici.
Professore di economia politica all’università degli Studi di Milano, si occupa di disoccupazione e diseguaglianze. E’ stato tra gli anni 2015 e 2018 membro del comitato tecnico di valutazione della Presidenza del Consiglio e consigliere economico del Presidente Gentiloni. Ha scritto un libro sulle riforme di quegli anni dal titolo “le riforme dimezzate, perché su lavoro e pensioni non si può tornare indietro”, EGEA 2018. Fa parte della Presidenza Nazionale di Libertà Eguale.
C’è un modo perfetto e costituzionale per equilibrare meglio i redditi in generale e, quindi, anche quelli da pensione: aumentare la progressività delle aliquote fiscali, abbassandola più progressivamente per i redditi più bassi e aumentandola più progressivamente per i più alti. Questo non sarebbe incostituzionale come ricalcolare diritti quesiti ma darebbe fastidio ai veri ricchi e potenti.