di Andrea Ferrazzi
Intervento rivolto al Presidente Conte in rappresentanza del gruppo Pd sulle risoluzioni del Parlamento in vista del Consiglio europeo del 21-22 marzo sui cambiamenti climatici
Signor Presidente del Consiglio, Rappresentanti del governo, colleghe e colleghi,
al secondo punto all’ordine del giorno della riunione del Consiglio europeo vi è la questione dei cambiamenti climatici. Il Consiglio dovrà fornire gli orientamenti sulla direzione generale e sulle priorità politiche che serviranno a definire, entro il 2020, la strategia di lungo termine che l’Unione europea dovrà perseguire per restare in linea con i parametri previsti dall’Accordo di Parigi.
L’Italia ha una posizione poco chiara
L’Italia arriva a questo appuntamento con una posizione poco chiara. Su moltissimi aspetti assolutamente contradditoria.
D’altronde le premesse erano inequivocabili e non lasciavano alcuna speranza per una inversione di tendenza.
La Lega a guida Matteo Salvini ha votato contro l’Accordo di Parigi ovvero ha ritenuto, irresponsabilmente, di respingere il primo accordo universale e giuridicamente vincolante, sottoscritto da 195 Paesi, sul clima che ha assunto quale priorità la necessità di mantenere l’aumento medio della temperatura ben al di sotto di 2° C.
In Parlamento Europeo la Lega ha votato contro anche sulla direttiva per le energie rinnovabili, sui provvedimenti per l’efficienza energetica, sulle emissioni di CO2 delle automobili, sul regolamento per la contabilizzazione dei gas effetto serra per gli obiettivi climatici 2030 nonché sulla direttiva per la riduzione della plastica monouso.
Il Parlamento europeo sul clima
Il 14 marzo scorso il Parlamento europeo si è già espresso sulla questione dei cambiamenti climatici ed ha approvato a larga maggioranza, con esplicito riferimento alla mobilitazione “Fridays for Future”, le risoluzioni sul clima e sull’aria pulita.
Nella prima, in particolare, si indica la necessità di innalzare gli obiettivi su energia e clima, azzerando le emissioni nette di CO2 entro il 20150, e sono stati innalzati gli obiettivi delle riduzioni delle emissioni di CO2 al 55% entro il 2030.
Ci troviamo dunque di fronte ad un passaggio d’epoca nel quale l’Unione Europea definisce una strategia di lungo termine per un’economia prospera, moderna, competitiva e climaticamente neutra in conformità̀ dell’accordo di Parigi.
La Lega del vicepresidente Salvini avversa tutto questo ed impone, come sempre al governo italiano, in quanto primo azionista, una situazione paralizzante, fuori dal corso della storia.
Una situazione paralizzante
Il risultato?
– Zero percorsi per una strategia europea di azzeramento delle emissioni entro la metà del secolo;
– zero aspetti sociali che accompagnino questa transizione;
– zero obiettivi intermedi;
– zero contributi settoriali;
– zero politica energetica;
– zero politica industriale;
– zero ricerca e innovazione;
– zero finanziamenti;
– zero azione globale per il clima.
Zero non è solo un riferimento algebrico per significare la nullità delle scelte e delle azioni intraprese per fronteggiare, in un contesto globale, i mutamenti climatici.
Zero è il voto che si merita questo governo e questa maggioranza per l’assenza di tematiche così importanti e decisive per il futuro del Pianeta.
Quindi non solo in Italia, ma anche in Europa i parlamentari europei dei gruppi dei 5 stelle e della Lega si sono mostrati divisi, con la Lega che ha votato contro la proposta infine adottata dal Parlamento la scorsa settimana!!!
Il nesso tra questione ambientale e giustizia sociale
Signor Presidente quando parliamo di ambiente non possiamo considerare marginale la necessità di affrontare il nesso che c’è tra questione ambientale e giustizia sociale.
La maggior parte dei migranti che premono alle nostre porte sono “esuli ambientali”. Sono migranti in fuga dalla siccità, dalle terre rese aride, dai cataclismi. Dalla povertà che genera tali drammatiche situazioni.
Sono 24 milioni gli esuli ambientali nel 2016, più del triplo degli esuli da guerra (7milioni): lo dice il Rapporto sottoscritto e presentato da centinaia di scienziati all’Assemblea ONU di Nairobi.
Riuscirà questo governo ad uscire dal feticcio propagandistico sui clandestini, riuscirà ad uscire dalla spirale dell’odio e della paura, riuscirà a misurarsi seriamente sul tema più generale della crisi ambientale?
Per farlo occorre presidiare di più i ministeri, fare qualche selfie in meno e ostentare meno supponenza. Per farlo occorre sapere ascoltare e lavorare seriamente, sporcandosi le mani.
Servono misure concrete
Signor Presidente, se proprio non volete ascoltare gli scienziati, ascoltate almeno il monito che il Presidente Mattarella ha rivolto alla politica e alle istituzioni affinché si adottino misure concrete per evitare che non si ripetono più sciagure come quella prodotta dalla tempesta Vaia in Veneto, tanto per citare l’ultimo evento catastrofico in ordine di tempo.
Il 7 dicembre a Pieve di Cadore, in provincia di Belluno, si sono ritrovati moltissimi relatori, studiosi, amministratori. Erano più di 250 i presenti e tra questi i sindaci del Cadore. All’unisono è stato ribadito che il fattore principale che ha scatenato il fenomeno è stato il mutamento climatico. Da tempo, infatti, sull’arco alpino si assiste a fenomeni “anormali” sempre più intensi e frequenti.
Signor Presidente i miei toni possono sembrare aspri e le mie parole oltremodo dure ma non posso deflettere su questi argomenti.
Da sempre sono attento all’ambiente, al rispetto dell’ecosistema, alla casa comune che ci ospita.
Non è con gli slogan, con le bugie, con gli equilibrismi e con la propaganda permanente che si difende l’ambiente e si può guardare al futuro con fiducia ed occhi diversi.
Non è nemmeno con la politica che cerca costantemente i nemici per sfuggire alle proprie responsabilità.
Il Piano Energia e Clima del governo
Signor Presidente, Il Piano Energia e Clima, inviato a Bruxelles dal governo italiano, non risponde agli obiettivi fissati dal Pacchetto Energia e Clima dell’Ue.
Sia per quanto riguarda le emissioni, sia per le misure riguardanti l’efficienza energetica e sia la promozione delle rinnovabili. Non sono chiari gli obiettivi e il piano non dà garanzie sull’effettiva adeguatezza degli strumenti attivati.
È con le scelte, con le strategie di lungo periodo, con le conseguenti politiche che si costruisce un futuro diverso.
Nel ciclo dei rifiuti non basta dire no ai termovalorizzatori ma servono gli impianti capaci di abbattere il conferimento in discarica.
Occorre scegliere sull’end of waste e uscire dall’increscioso balletto al quale abbiamo assistito durante la fase della manovra finanziaria e durante la discussione sul decreto semplificazioni. A rimetterci per questa mancata decisione saranno le imprese con conseguente perdita di posti di lavoro e con la possibilità che siano esportate all’estero economie ed innovazione.
Occorre saper scegliere tra legalità, buon governo del territorio e condoni.
Non si può permettere che siano devastate ampie aree del nostro straordinario paese.
Il cattivo esempio viene da voi che utilizzando una norma necessaria per affrontare con urgenza il dramma di Genova avete previsto un condono tombale per Ischia, territorio già saccheggiato e a rischio idrogeologico.
Ed ora vi state preparando ad inserire un nuovo condono edilizio nel decreto sblocca cantieri.
Come dire, largo ai furbi e alla corruzione anche per altre norme inserite nel provvedimento.
Alcune misure necessarie
Signor Presidente occorre rivedere gli incentivi ai combustibili fossili e i sussidi per attività non sostenibili economicamente e ambientalmente;
Occorre favorire la riduzione dei consumi di benzina e gasolio attraverso soluzioni alternative di trasporto pubblico e privato;
Occorre promuovere il riuso, il ripristino e la messa in sicurezza delle infrastrutture e dei territori;
Occorre sostenere un forte rilancio delle energie rinnovabili e significativi interventi per il risparmio e l’efficienza energetica;
Occorre favorire la rigenerazione urbana ed energetica degli edifici e che contrastino il consumo di suolo;
Occorre una cura del ferro nel nostro paese: altro che bloccare i progetti già visti, rivisti e finanziati!
Il messaggio di Greta
Signor Presidente, la scorsa settimana milioni di giovani in tutto il mondo hanno dato vita al FridayForFuture. Li ha uniti il coraggio, l’esempio e la determinazione di Greta Thunberg, una giovane ragazza svedese.
Signor Presidente, dica al Senatore Bagnai che non è Greta ad essere uscita da un film dell’orrore, ma è la sua politica miope e pericolosa che lì ci sta portando.
La politica della Lega di Salvini, di Trump, di Putin, di Bolsonaro.
Se ci riuscite fate un sussulto. Di dignità e di responsabilità. Se non ci riuscite prendetene atto e fate un passo indietro.
L’Italia merita ben altro e ha conquistato ruolo e prestigio in Europa e nel mondo quando “l’Italia ha fatto l’Italia”.
Cosi ci portate in un vicolo cieco e pericoloso. Non ce lo possiamo permettere.
Mi vengono in soccorso le parole di Greta: “Non siete abbastanza maturi da dire le cose come stanno. Lasciate persino questo fardello a noi bambini”.
È tempo di prenderlo noi questo fardello, per noi e per i nostri figli.
Senatore della Repubblica eletto nel collegio Veneto 01 e Capogruppo per il Partito Democratico in Commissione Ambiente e Territorio, nonché Vicepresidente della Commissione bicamerale d’inchiesta sul fenomeno delle Ecomafie. Già Responsabile nazionale all’Urbanistica per Anci. E’ stato Vicepresidente della Provincia e Assessore all’Urbanistica e alla Formazione del Comune di Venezia. Impegnato nell’associazionismo culturale e sociale nazionale e internazionale, si è occupato anche dei temi della cultura, della rigenerazione urbana e della valorizzazione del patrimonio immobiliare. E’ membro di presidenza di Legautonomie e dell’associazione Libertà Eguale. È sposato con Stella con cui ha tre figli: Pietro, Maria, Irene.