LibertàEguale

Il meteo e la complessità

di Danilo Di Matteo

 

Ricordo che qualche decennio fa un articolo de l’Unità sottolineava le somiglianze tra i modelli matematici del laser e quelli delle previsioni del tempo, additate come sommo esempio di complessità (tanto da non poter procedere in maniera attendibile oltre i 3-5 giorni). E oggi, in una sorta di ondata di analfabetismo di ritorno, tanto si polemizza sul meteo, fingendo di dimenticare, ad esempio, le differenze fra climatologia e, appunto, meteorologia.

Si tratta, in entrambi i casi, di esempi di complessità. Proprio come i modelli matematici del laser. Non sono fenomeni lineari, ma con tante e tali variabili e fattori interagenti da rendere estremamente ardua ogni previsione e ogni semplificazione. Non eventi solo complicati, con un numero sterminato di fattori pronti a condizionarli, e purtuttavia concettualmente semplificabili, bensì fenomeni che nascono complessi, nei quali, ad esempio, ‘b’, se nasce da ‘a’, a sua volta condiziona e modifica ‘a’ e se stesso e tutte le altre variabili, contemporaneamente, che a loro volta interagiscono con ‘a’, con ‘b’ e con tutto il grande e sterminato numero di eventi condizionati e, insieme, condizionanti.

Anche il clima, attraverso i secoli e i millenni, è un fenomeno complesso, e risente, poniamo, di un groviglio inestricabile di fattori antropici, geologici, astronomici e, ovviamente, meteorologici. Alcune tendenze di fondo, però, si possono individuare: il globo terrestre, poniamo, tende a raffreddarsi (proiettandoci verso una nuova era glaciale) o a surriscaldarsi (per l’interazione complessa dell’effetto sera, dell’assottigliarsi dell’ozonosfera e per altre tendenze, naturali e antropiche), come sta accadendo?

Ecco, la politica, ciascuno di noi dovrebbe imparare a muoversi con tempestività, a prevenire e rimediare ai disastri della biosfera, a modificare i paradigmi di crescita e di sviluppo senza aver necessità, come leva di cambiamento, di notizie sensazionali e di forzature, adottando proprio l’idea della complessità. Senza con ciò rinunciare all’esperienza quotidiana, alla realtà dei “cinque sensi”, che ci suggeriscono in effetti che il clima sta mutando, temibilmente.

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