di Luigi Marattin
COME FUNZIONA OGGI (senza norma)
1) ricevo un accertamento esecutivo o una cartella di pagamento perché non ho pagato i contributi al mio dipendente.
2) ho un anno di tempo per avviare tutti gli strumenti che la legge mi mette a disposizione per contestarla, o per bloccarne l’esecutività.
3) trascorso un anno – senza che il punto precedente sia stato avviato – il fisco mi scrive e mi dice “paga entro 5 giorni o chiedi la rateizzazione” (grazie ad un emendamento di Italia Viva della scorsa legislatura, la possibilità della rateizzazione è concessa anche per somme rilevanti e senza burocrazia)
4) se non si paga o non si chiede la rateizzazione, inizia il pignoramento: il fisco accede all’anagrafe dei rapporti finanziari e vede che sono titolare di un conto corrente, ma non può vedere la giacenza; deve quindi passare per la banca, avvisarla che è iniziata la procedura, chiedere che comunichi la giacenza e procedere materialmente al pignoramento. Nel frattempo ho avuto tempo di svuotare il conto, con un bel marameo al fisco e a tutta la palazzina sua (nonché ai fessi che invece le tasse le pagano).
COSA CAMBIA CON LA NORMA
I primi tre punti rimangono uguali.
Cambia il quarto. Il fisco – trascorso un anno senza che la cartella sia stata impugnata e trascorsi i 5 giorni senza che sia stata richiesta la rateizzazione di vari anni – non deve fare tutto il giro con la banca ma accede per via telematica al conto e pignora la somma dovuta.
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Se non si accetta la norma (e ci si rassegna al fatto che meno del 20% delle somme dovute siano incassate), allora tanto vale smetterla con la retorica della lotta all’evasione fiscale. E diciamoci tranquillamente che chi non vuole pagare le tasse può continuare a farlo, alla faccia delle persone oneste.
Piuttosto, potremmo cogliere l’occasione per rilanciare una sfida interessante che Italia Viva aveva già posto al vice-ministro Leo quando votammo la delega fiscale: va bene rafforzare la lotta all’evasione, ma che ne dice di approvare la nostra proposta che renderebbe OBBLIGATORIO per il governo usare le risorse recuperate dalla lotta all’evasione ( = riduzione strutturale del tax gap) per ridurre le tasse a famiglie e imprese?
Deputato di Italia Viva (era stato eletto nelle file del Pd nel 2018) e componente della Commissione Bilancio della Camera. E’ stato Assessore al Bilancio e alle Partecipazioni del Comune di Ferrara (dal 2010 al 2014) e Consigliere economico del Presidente del Consiglio (dal settembre 2014 al marzo 2018) prima con Matteo Renzi, poi con Paolo Gentiloni. Economista all’Università di Bologna presso il Dipartimento di Scienze Economiche, dove in questi anni ha insegnato Microeconomia, Macroeconomia e Strumenti e Mercati Finanziari (attualmente in aspettativa obbligatoria). Juventino.