di Umberto Minopoli
Lo chiamano “no deal”. E’ la tragedia che incombe sulla Gran Bretagna. E che spaventa tutti: conservatori e laburisti, nazionalisti ed europeisti, pro-Brexit e anti-Brexit.
Si è fatto un referendum prima di aver stabilito regole e condizioni dell’uscita. E ora si scopre che uscire dall’Europa è un disastro per la Gran Bretagna. Vorrebbero correre ai ripari ma non si può.
Perché, paradossalmente, per mettere una pezza al danno del referendum, la Gran Bretagna dovrebbe rientrare nelle regole del Mercato Comune. E ridurre la Brexit a una uscita di facciata e nominalistica.
Sarebbe ragionevole una sospensione della Brexit e un nuovo referendum. Ma socialisti e conservatori non vogliono sbugiardarsi. Così si va al disastro: o il Parlamento inglese (dopo due voti contrari) accetta il compromesso concordato con l’Europa o la GB esce senza accordi. E piomberà nel disastro.
Ma attenzione: i danni dei sovranisti inglesi li subiremo, purtroppo, pure noi. In ogni caso. Se si rompe un mercato comune il danno è di tutti. Che frittata hanno fatto gli anti europei inglesi! Ma questo serva da lezione. Ecco dove porta lo scetticismo antieuropeo: in vicoli ciechi.
Ma anche l’Europa deve cautelarsi meglio dalle follie del sovranismo. Occorre una riforma che renda irreversibile la scelta del mercato comune.
E oggi, in vista delle europee, le proposte ” europeiste” e antisovraniste in campo sono due: da un lato l’europeismo spento, burocratico, difensivo, senza anima e conservatore di popolari e socialisti e dall’altro la proposta federalista di Macron e delle forze giovani, fresche, riformiste della liberaldemocrazia europea. Il Pd sceglie i conservatori o i liberali? E’ Macron oggi l’idea salvifica dell’Europa.
Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare. Ha lavorato nel Gruppo Finmeccanica e in Ansaldo nucleare. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro delle Attività Produttive tra il 1996 e il 1999. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dei Trasporti dal 1999 al 2001. Consigliere del Ministro dello Sviluppo Economico per le politiche industriali tra il 2006 e il 2009.