di Natale Forlani
Come illudere gli allocchi a guadagnare di più prendendo di meno
La campagna è partita: introduciamo il salario minimo perché i contratti collettivi non tutelano tutti i lavoratori!!
“Non si possono pagare i lavoratori 3 euro all’ora” affermano i famosi giuslavoristi Cinquestelle, scambiando il lavoro nero pagato dalla impresa Di Maio come retribuzione legale.
Il bello è che che i pesci abboccano anche nella sinistra. Troppo bella l’illusione di poter imporre per legge i salari a quei cattivoni di capitalisti. Questo si che è il terreno giusto per affermare una nuova strategia di sinistra radicale.
Ma guardiamo la realtà:
– in Italia esiste già un consolidato giuridico basato sulla interpretazione dell’art. 36 della Costituzione, che individua il giusto salario, non solo il salario minimo, come l’insieme dei trattamenti salariali e normativi stabiliti nei contratti nazionali collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative;
– secondo tutte le indagini in materia, i contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative offrono tutela a circa l’80% dei lavoratori dipendenti. Troppo poco? Sarà, ma resta il fatto che la gran parte degli altri paesi europei non registrano percentuali di copertura così elevate, nonostante il nostro mercato del lavoro sia caratterizzato da ampie aree di lavoro sommerso;
– infatti sono soprattutto i paesi dove la contrattazione collettiva è più debole ad introdurre il salario minimo legale;
– la diffusione dei contratti collettivi cosiddetti pirata, per depistare l’applicazione di quelli sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e imprenditoriali più rappresentative, non ha mai registrato grandi successi. Se proprio si ritenesse necessario rafforzare l’efficacia erga omnes dei principali contratti collettivi, basterebbe regolamentare la rappresentatività delle organizzazioni firmatarie;
– il salario minimo legale a 9 euro l’ora è uno specchietto per le allodole. Tale importo è largamente inferiore al salario comprensivo degli effetti indiretti, ferie, tredicesima, tutele per malattia e infortuni, previsto dai contratti collettivi richiamati anche per le basse qualifiche;
– la sua introduzione però, offrirebbe un formidabile appiglio legale alle imprese che non sono aderenti alle organizzazioni imprenditoriali maggiormente rappresentative, per non applicare i contratti collettivi, scardinando quella attuazione erga omnes degli stessi che è consolidata anche negli orientamenti della corte costituzionale.
In pratica si incentiverebbe l’elusione della applicazione dei contratti e la concorrenza sleale tra le imprese. Una bella trovata, non a caso propagandata da nullafacenti che pensano che i salari si debbano imporre per legge, che i lavori remunerati applicando i salari contrattuali si possano rifiutare preferendo i sussidi di cittadinanza e, così facendo, si possa fare crescere l’economia e l’occupazione!
Il bello è che questi soloni pensano di applicare queste teorie anche in Europa. Rumeni e bulgari che dovrebbero applicare il salario minimo a 9 euro l’ora, magari con la consulenza di alcuni cosiddetti imprenditori italiani…
Natale Forlani è stato segretario confederale della Cisl e ad di Italia Lavoro (Agenzia strumentale del Ministero del Lavoro, della quale ha assunto anche la carica di presidente nel 2009). Già direttore generale dell’Immigrazione del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, è stato estensore, insieme a Marco Biagi ed altri autori, del Libro Bianco sul Lavoro.
Ma comunque nell’Unione europea esiste il dumping sociale.Recentemente lo abbiamo visto con la delocalizzazione verso Romania ed anche Portogallo, dove il salario minimo è inferiore all’Italia.