LibertàEguale

La condizione femminile è l’unico vero indice del livello di civiltà

di Danilo Di Matteo

 

Norberto Bobbio conversava amabilmente con Salvatore Veca in macchina. A un certo punto i due toccano una questione assai delicata e controversa: cos’è davvero il progresso? Come rispondere al relativizzarsi di tale concetto? Eppure entrambi non hanno dubbi: la condizione femminile è l’unico vero, indiscutibile indice del livello di civiltà. Dinanzi alle violenze sulle donne, pesanti o subliminali che siano, non vi è relativismo che tenga! 

Ecco, in questa parte del mondo assistiamo da decenni all’incrinarsi del tradizionale patriarcato, con le conseguenti reazioni rabbiose di tanti, troppi maschi, delle più diverse età e delle più varie condizioni socio-economiche e culturali. Uomini incapaci di relazionarsi con l’altra, con le altre, pronti solo a sopraffare, molestare, insultare, ferire, uccidere. Maschi in preda a un’arroganza incontenibile, resi come belve da irrazionali e insensati vissuti di “lesa maestà”. Inclini a considerare “normale” la prepotenza, vinti dalla propria impossibilità ad accogliere e a scorgere nell’emancipazione e nella liberazione femminile un’occasione di crescita per tutti e per tutte. 

E che dire della confusione fra amore e senso del possesso? Una delle peggiori mistificazioni che il genere umano conosca. L’amore è passione per l’altro/a, per il diverso, è voglia di conoscerlo ed esplorarne ogni sfumatura e ogni più recondito angolo. E il desiderio forma un binomio inscindibile con la libertà: non è concepibile senza di essa. 

Insomma, educare davvero all’affettività dovrebbe voler dire apprendere e vivere l’arte dell’incontro. È l’incontro che dà senso alle nostre vite, ed esso comprende i “sì” e i “no”. Comprende anche il conflitto, da coniugare sempre, proprio sempre, però, con il rispetto.

Lascia un commento

L'indirizzo mail non verrà reso pubblico. I campi richiesti sono segnati con *