di Carlo Fusaro
Di Maio e Salvini, con la solita tecnica di chi nega anche l’evidenza,
esultano per l’intesa che evita la procedura d’infrazione per eccesso di debito e ciascuno dice che il suo pezzo di manovra (pensioni, reddito) è assicurato così come previsto. Però sono anche costretti a promettere che l’IVA non aumenterà: perché dopo aver giurato di voler fare il contrario non solo hanno confermato la tecnica di rinvio inventata da Berlusconi (la clausola di salvaguardia per cui se i conti non tornano si ricorre all’aumento IVA), ma… l’hanno moltiplicata per tre! Come sempre leggeremo la solita solfa (“anche i governi precedenti”): con il piccolo particolare che, se i conti non torneranno, l’aumento dell’IVA non sarà del già temuto 1 o 2% ma, al 2021, del 4.5%!
Ma dedichiamoci ai fatti e non alle chiacchiere: sulla base della
lettera inviata dal Governo alla Commissione (coi suoi 5 allegati) e la
risposta della Commissione.
Prima sorpresa. In tutto il documento il celeberrimo 0.04% del 2.04%, inventato per gabbare gli italiani più ingenui, NON COMPARE mai. Non esiste proprio: si parla, per il deficit 2019, correttamente di 2.0% con un solo decimale.
Seconda (non) sorpresa. Per il 2019 ci sono ben 1.9 mld in meno per il reddito di cittadinanza e ben 2.7 mld in meno per le pensioni anticipate in barba alla legge Fornero. Giustificazione? Abbiamo fatto meglio i conti (testuale). In realtà il Governo non avendo MAI presentato un testo anche approssimativo nessuno può neanche dire: avete fatto marcia indietro. Semplicemente platea dei destinatari e data d’avvio saranno rimodulati come gli pare. Si vedrà.
Terza sorpresa. Ci sono diverse spese in meno: meno soldi ai pensionati in essere (platea da individuare): 330 milioni nel 2019, 825 nel 2020 e ben 1,3 mld nel 2021. Che possano essere solo a spese delle pensioni c.d. d’oro mi sentirei di escluderlo.
Quarta sorpresa. Altre spese in meno vengono da TAGLIO AGLI
INVESTIMENTI. Riduzione di 0.7 mld dei fondi UE per il dissesto; taglio di vantaggi fiscali a chi (privato) investe o assume a tempo
indeterminato: 500 milioni in meno a chi produce.
Quinta sorpresa. Poderosi rinvii, sempre di investimenti: ben 2.5 mld di rinvio agli anni prossimi, dei fondi per: Sviluppo e coesione sociale, Ferrovie dello Stato, Cofinanziamento dei finanziamenti UE (quindi mancheranno – in aggiunta – anche quelli).
Sesta sorpresa. C’è una gragnuola di tasse in più: web tax (che
pagheremo noi, sul commercio elettronico); giochi (che fanno oggi le
veci delle sigarette di un tempo); e – udite udite – tasse che non
avevano calcolato sui FUTURI assunti dai riformati Centri per l’impiego (!).
Settima sorpresa. Il Governo aveva annunciato assunzione pubbliche a tutto spiano. Bene: tutto congelato per il 2019 (anzi, fino al 15 novembre 2019, per essere precisi).
Ottava sorpresa: ben 2 mld di spese statali di TUTTI i ministeri sono
accantonate e saranno messe a disposizione dal Ministero dell’economia SOLO se a metà anno i conti tornano. Questi pure sono soldi in meno all’economia (nella quasi totalità).
Nona sorpresona: è quella già detta dell’IVA. Ci sono esattamente 9.4 mld nel 2020 e 13.2 mld (tutte tasse a nostro carico) nel 2021.
Infine, i conti vengono fatti tornare (sulla carta) con 1 mld circa di
vendite di immobili pubblici in più (come? quando? chi? immagino che pensino di rifilarli alla solita Cassa depositi e prestiti… vedremo) e abbuoni che l’UE ci riconosce per c.d. flessibilità ben 3,6 mld. Così
almeno nessuno dirà che la riconoscevano solo ai governi Pd! (Solo che qui non ci sono riforme ma solo CONTROriforme.)
Quindi: come volevasi dimostrare, i saldi sono ricondotti a quel che
potevano e dovevano essere fin dall’inizio. Ma M5S e Lega mandano in pensione qualche centomila italiani in anticipo e pensano di distribuire quattrini a un numero imprecisato di altri italiani (certo: indigenti, si deve pensare) a spese di MOLTE TASSE IN PIU’ e TANTI INVESTIMENTI IN MENO. Il segno della «manovra contro il popolo» non cambia ed anzi trova certificazione.
Danneggiare tanti per premiare pochi
La risposta di Juncker, Moscovici, Dombrovskis potrebbe essere giudicata entusiastica solo da gente che non sa l’inglese oppure sogna. Intanto la rinuncia alla procedura d’infrazione è espressa al condizionale (se fate tutte queste cose ciò ci autorizzerebbe a NON raccomandare la procedura d’infrazione) e poi la sottolineatura è una sola: sulla clausola di salvaguardia IVA. In altre parole, lo spostamento fra dodici mesi (e poi 24) del termine entro cui mettersi in regola: come volevasi dimostrare, il Governo Conte prende tempo e tutta questa messa in scena serve a fargli dire, abbiamo mantenuto il ns programma (il che del resto essendo incentrata su slogan senza dettagli, è asserzione “non falsificabile”).
La tecnica è quella di danneggiare tanti (a occhio 55 milioni di
italiani) per premiare pochi ma molto motivati (i 5-6 milioni cui
potrebbero toccare pensioni anticipate e pezzi di c.d reddito di
cittadinanza).
Sono curioso di vedere se il grosso dei cittadini saranno – fra qualche
mese o fra un anno – davvero soddisfatti.
Presidente del Comitato scientifico di Libertà Eguale. Già professore ordinario di Diritto elettorale e parlamentare nell’Università di Firenze e già direttore del Dipartimento di diritto pubblico. Ha insegnato nell’Università di Pisa ed è stato “visiting professor” presso le università di Brema, Hiroshima e University College London. Presidente di Intercultura ONLUS dal 2004 al 2007, trustee di AFS IP dal 2007 al 2013; presidente della corte costituzionale di San
Marino dal 2014 al 2016; deputato al Parlamento italiano per il Partito repubblicano (1983-1984).