di Alessandro Maran
In effetti, negli ultimi giorni la crisi democratica della Corea del Sud è diventata ancora più intensa.
La saga è iniziata all’inizio di dicembre. In lotta con l’Assemblea nazionale controllata dall’opposizione per scandali e bilancio nazionale, il presidente Yoon Suk Yeol ha proclamato la legge marziale per sei ore caotiche. Da allora l’Assemblea nazionale ha messo sotto accusa Yoon, privandolo dei poteri fino a quando il caso non sarà esaminato dalla Corte costituzionale della Corea del Sud. Yoon ha difeso il decreto che proclamava legge marziale come un atto di governo (https://www.npr.org/…/g-s1…/south-korea-yoon-martial-law). Deve anche affrontare un’inchiesta in merito all’accusa di aver guidato un’insurrezione.
La settimana scorsa le cose sono diventate ancora più confuse e divisive. Gawon Bae, Yoonjung Seo, Simone McCarthy e Mike Valerio della CNN riferiscono: “Gli investigatori del Corruption Investigation Office (CIO) si sono avvicinati a un paio di centinaia di metri dalla residenza di Yoon, ma sono stati bloccati da un ‘muro umano’ di circa 200 soldati e membri della sicurezza presidenziale, ha detto il CIO venerdì pomeriggio” (https://edition.cnn.com/…/south-korea…/index.html). Da allora le autorità hanno prorogato il mandato, mentre tutti cercano di capire cosa fare (https://edition.cnn.com/…/south-korea…/index.html).
La Corea del Sud è nota per essere una democrazia stabile che ha abbandonato il regime militare negli anni ’80, ma le crepe si sono allargate, scrive Michelle Ye Hee Lee del Washington Post: “Non esiste un manuale su come dovrebbe andare l’arresto di un presidente in carica. E mentre gli agenti delle forze dell’ordine navigano in territorio inesplorato, gli analisti affermano che Yoon sta sfruttando il fatto che nessuno sa esattamente cosa aspettarsi (… ) Gli sviluppi recenti hanno sempre più rivelato la fragilità e la frammentazione delle istituzioni democratiche del paese, sollevando preoccupazioni sul fatto che ‘le istituzioni democratiche non stiano operando come dovrebbero a fronte della profonda polarizzazione politica del paese’, ha affermato Ellen Kim, presidente della Corea e ricercatrice senior presso il Center for Strategic and International Studies di Washington” (https://www.washingtonpost.com/…/south-korea-president…/).
Alcuni sostenitori di Yoon si sono mobilitati in sua difesa e hanno “adottato lo slogan ‘Stop the Steal’ reso popolare dai seguaci del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump” dopo le elezioni statunitensi del 2020, osserva Alexandra Sharp di Foreign Policy (https://foreignpolicy.com/…/south-korea-yoon-arrest…/…). Sul New York Times, Choe Sang-Hun riporta: “Per loro, è stata l’opposizione a fomentare un’insurrezione, abusando della maggioranza all’Assemblea per bloccare ripetutamente le iniziative politiche di Yoon. Per loro, la maggioranza parlamentare dell’opposizione non è valida perché le elezioni dello scorso aprile sono state manipolate. E per loro, proteggere Yoon è sinonimo di proteggere la Corea del Sud dai ‘seguaci della Corea del Nord’ che hanno messo radici in ogni angolo della società, dalla magistratura alle scuole ai media. I sudcoreani di solito liquidano tali teorie cospirative come poco più che demagogia online diffusa da YouTuber di destra con l’aiuto degli algoritmi dei social media. Ma nel contesto della radicata polarizzazione politica del paese, hanno alimentato l’agitazione sulla situazione di Yoon, spingendo i credenti fanatici (…) a scendere in piazza in gran numero, invocando il ritorno in carica del presidente” (https://www.nytimes.com/…/south-korea-yoon-conspiracy…).
A dicembre, dopo che il tumulto iniziale conseguente alla legge marziale si era placato, alcuni hanno sostenuto che la democrazia della Corea del Sud sarebbe sopravvissuta nonostante tutto, a prescindere (https://carnegieendowment.org/…/yoons-failed-political…). E tuttavia, Aurel Croissant all’epoca ha scritto in modo preveggente per Global Asia: “In passato, la resistenza democratica e la successiva ripresa sono state seguite da un altro episodio di regressione e da una minaccia ancora più grande alla natura democratica del sistema politico. Se la democrazia sudcoreana riuscirà a frenare questa discesa scivolosa e a riprendersi dal declino democratico dipenderà dalla sua capacità di resilienza” (https://www.globalasia.org/…/democratic-regression-and…).
Già senatore del Partito democratico, membro della Commissione Esteri e della Commissione Politiche Ue, fa parte della presidenza di Libertàeguale. Parlamentare dal 2001 al 2018, è stato segretario regionale dei Ds del Friuli Venezia Giulia.