LibertàEguale

Altro che piccoli borghi! La rivincita delle città

di Francesco Gastaldi

 

Ancora una volta è stato Il Foglio, il 18 ottobre, con un lungo articolo-saggio di Stefano Cingolani dal titolo “Miracolo nelle città” a porre l’attenzione su un fenomeno fino a pochi mesi fa imprevedibile: un nuovo “rinascimento urbano” è alle porte. Indicativo l’occhiello: “Deserte durante il lockdown, sembravano destinate a essere abbandonate (tanto c’era lo smart working). Ma la pandemia non le ha uccise, anzi. Ora che si riparte, la città si conferma perno essenziale per il lavoro, lo svago, l’apprendimento”

La crisi del Covid aveva messo in discussione l’identità stessa di molti luoghi centrali provocando casi di ritrazione della presenza umana dai luoghi del lavoro, graduale abbandono di spazi aperti ed edificati e formazione di nuovi e potenziali vuoti urbani. Secondo Il Foglio “il Covid-19 si spegne sotto l’attacco dei vaccini, più diffusi proprio nelle aree urbane, la città non è muta, vuota e abbandonata, ma resta il luogo dove si consuma la ricerca di una nuova ragion d’essere per la vita in comune”.

Molti interrogativi sono rimasti aperti, ma ad ottobre possiamo dare una notizia: le città (almeno in Italia) non sono morte e anzi, sembrano smaniose di tornare protagoniste. Sono tornati gli studenti, i lavoratori fuori sede, perfino molti turisti che dopo l’estate del boom hanno sete di colmare le vacanze perdute nel 2020. Le città sembrano aver superato il trauma e vogliono tornare a rappresentare, per la società occidentale, un vitale laboratorio creativo, che sperimenta strategie di rilancio e nuove politiche di trasformazione urbana. I progetti fervono, il peggio sembra superato o perfino mai avvenuto.

Grazie a questa imprevista rinascita e all’evoluzione della situazione dovuta alla diffusione dei vaccini, le città non sono più necessariamente associate ad un luogo negativo e al senso di vuoto. Si proiettano e investono sulle città buona parte degli sforzi per il raggiungimento di migliori condizioni di sviluppo sociale ed economico, ed è ormai consolidata la consapevolezza del ruolo che queste possono rivestire nella promozione dei singoli territori e sulla rinascita economica.

Il periodo buio che ha caratterizzato gran parte del 2020 e i primi mesi del 2021, dovrebbe insegnare come da una crisi possa uscire al contrario un’opportunità unica per avere città migliori, più sostenibili, vivibili, ordinate e al passo con i tempi, sfruttando altresì le possibilità che le tecnologie ci offrono. Nonostante il pensiero troppo rivolto al futuro possa sembrare azzardato e controverso in un periodo così incerto e complesso, è fondamentale capire che le nostre città saranno (almeno parzialmente) diverse per flussi, gravitazioni, percorsi, uso di dehor esterni, di mezzi e uffici pubblici, distanziamenti, zone filtro ecc ecc. Il periodo che abbiamo vissuto ha agito da catalizzatore, acceleratore, amplificatore per importanti tendenze strutturali a lungo termine già in atto e già tecnologicamente possibili.

Ma nonostante la prefigurazione di realtà in cui la diffusione delle tecnologie informatiche e telematiche, e le forme di produzione e comunicazione immateriale, determinano decentramenti e indifferenze localizzative (es. il ritorno ai borghi o alle periferie e il south working) nelle città si assiste ad un rinnovato ruolo della logistica (settore emerso come sempre più nevralgico nella pandemia) e continuano a concentrarsi le più importanti funzioni politiche, direzionali, strategiche e finanziarie, nonché ad una consolidata importanza degli incontri personali e delle interazioni face-to-face, che restano un fattore rilevante per la costituzione di reti funzionali ad attività economiche e lavorative.

Grazie a questa rinascita e all’evoluzione della situazione dovuta alla diffusione dei vaccini, le città non sono più necessariamente associate ad un luogo negativo e al senso di vuoto. Si proiettano e investono sulle città buona parte degli sforzi per il raggiungimento di migliori condizioni di sviluppo sociale ed economico, ed è ormai consolidata la consapevolezza del ruolo che queste possono rivestire nella promozione dei singoli territori e sulla rinascita economica.

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