di Alberto Colombelli
“Le parole sono azioni. Fanno accadere le cose” (Hanif Kureishi)
Un momento storico delicato
Ci sono momenti nel corso di ciascuna esistenza nei quali ci si incrocia con la storia. Ce lo raccontano molto bene autori che adoro e a cui mi affido sempre con grande piacere, tra i quali amo ricordare in particolare Philip Roth, Milan Kundera, Antonio Tabucchi. Il nostro percorso personale è condizionato dal corso della storia, ma i nostri comportamenti individuali, sommandosi l’uno agli altri, incidono sul destino non solo nostro ma dell’intera collettività. In certi momenti ancora di più. Ed in quei momenti il peso delle nostre parole è sempre più rilevante.
Per le nostre ultime generazioni questo è il momento storico più delicato che si sia chiamati a vivere. Ognuno di noi deve essere così pienamente consapevole delle responsabilità oggettive che in ogni caso si trova costretto ad assumere. Ancora di più chi ha la capacità di esercitare influenza significativa sugli equilibri complessivi di una comunità, con parole che possono condizionare concretamente una parte determinante dell’opinione pubblica raccolta attorno a sé.
Il messaggio di Barack Obama
Un messaggio, forte, incisivo e determinato lo ha trasmesso Barack Obama, in occasione del suo discorso pubblico agli studenti dell’Università dell’Illinois il 7 settembre scorso.
Un messaggio di ispirazione, da assumere per il suo carattere e valore universale, che deve arrivare fino alle nostre latitudini per le grandi analogie che caratterizzano oggi la realtà americana e quella italiana ed europea. Un messaggio che apre una breccia e una strada lungo cui continuare a tenere accesa, insieme, la speranza verso il nostro futuro.
Oggi anche e soprattutto nella nostra proiezione verso le prossime elezioni europee del 26 maggio 2019, davvero chiave per l’Unione europea e per il modello multilaterale di pace al quale si erano ispirati i suoi Padri fondatori di cui siamo e dobbiamo sempre più essere responsabili eredi.
Barack Obama lo ha fatto, con un carattere di assoluta eccezionalità dettata dal contesto, rompendo per l’occasione le più canoniche regole che il protocollo riserva agli ex Presidenti degli Stati Uniti d’America, attraverso un’importante premessa.
“Anch’io ero intento a seguire una sapiente tradizione americana. Degli ex Presidenti che escono con grazia dal palco politico, facendo spazio a nuove voci e nuove idee. E dobbiamo ringraziare il nostro primo Presidente, George Washington, per aver dato quell’esempio. (…) Il punto che Washington ha espresso, il punto essenziale per la democrazia americana, è che in un governo della gente e per la gente, non ci dovrebbe essere una classe dirigente permanente. Ci sono solo cittadini, che attraverso i loro rappresentanti eletti e temporanei, determinano il nostro corso e determinano il nostro carattere. Sono qui oggi perché questo è uno di quei momenti cruciali in cui ognuno di noi, in quanto cittadini degli Stati Uniti, ha bisogno di determinare chi è, quello che siamo, giusto per quello che rappresentiamo. E come concittadino, non come ex Presidente, ma come concittadino, sono qui per consegnare un messaggio semplice, e cioè che dovete votare perché la nostra democrazia dipende da questo.”
“La democrazia dipende da questo voto”
L’evidente riferimento di Barack Obama è alla scadenza delle prossime elezioni di Midterm per il Congresso degli Stati Uniti d’America di martedì 6 novembre 2018.
“Alcuni di voi potrebbero pensare che stia esagerando quando dico che le elezioni di novembre sono più importanti di quelle che ricordo durante la mia vita. So che i politici lo dicono sempre. Sono stato colpevole di dirlo alcune volte, in particolare quando ero al ballottaggio. Ma solo uno sguardo ai titoli recenti dovrebbe dirvi che questo momento è davvero diverso. Le poste in gioco sono davvero più alte. Le conseguenze di qualcuno di noi che si tenga seduto in disparte sono più terribili. E non è come se non avessimo avuto grandi elezioni prima o grandi scelte da fare nella nostra storia.”
La sua cura e preoccupazione è di sottolineare l’importanza di questa prossima scadenza elettorale, rilevando la natura assolutamente epocale dei giorni che stiamo vivendo.
“Il fatto è che la democrazia non è mai stata facile, e i nostri Padri fondatori hanno discusso su tutto. (…) Eppure, la maggior parte degli americani oggi vive, certamente gli studenti che sono qui, sotto alcune ipotesi comuni su chi siamo e cosa rappresentiamo. (…) Tutto ciò ha portato ad una prosperità senza pari e all’innalzamento di una classe media ampia e profonda, nel senso che se hai lavorato duramente hai possibilità di salire la scala del successo. Evidente che non tutti sono inclusi in questa prosperità. C’è ancora molto lavoro da fare. E anche se la discriminazione è rimasta una forza perniciosa nella nostra società e continua fino ad oggi, e anche se ci sono polemiche su come garantire al meglio l’uguaglianza reale delle opportunità, in ogni caso c’è stato nel tempo almeno un accordo approssimativo tra la stragrande maggioranza degli americani che il nostro Paese è più forte quando tutti sono trattati in modo equo, quando le persone vengono giudicate in base al merito e al contenuto del loro carattere, e non al colore della loro pelle o al modo in cui adorano Dio o al loro cognome. E quel consenso si è esteso oltre i nostri confini. E dal disastro della Seconda Guerra Mondiale, abbiamo costruito una rete postbellica, un’architettura, un sistema di alleanze e istituzioni per difendere e promuovere la libertà, per contrastare il totalitarismo sovietico e aiutare i paesi più poveri a svilupparsi.Questa leadership americana in tutto il mondo non era perfetta. Abbiamo commesso degli errori. A volte abbiamo perso di vista i nostri ideali. (…)
Ma grazie alla nostra leadership, a una leadership bipartisan e agli sforzi dei diplomatici e dei volontari dei Peace Corps, e soprattutto grazie ai costanti sacrifici dei nostri uomini e donne in uniforme, non abbiamo solo ridotto le prospettive di guerra tra le grandi potenze mondiali, non solo abbiamo vinto la Guerra Fredda, abbiamo contribuito a diffondere un impegno su determinati valori e principi, come lo stato di diritto, i diritti umani e la democrazia e la nozione della dignità e del valore intrinseco di ogni individuo. E anche quei paesi che non si attennero a questi principi venivano ancora esposti alla vergogna e dovevano comunque almeno dare risposte ai loro comportamenti. E ciò ha fornito una leva per migliorare costantemente le prospettive per le persone in tutto il mondo”.
America: una storia di progresso
Questa è la storia dell’America, una storia di progresso. Progressi precisi, progressi incompleti, ma progressi. E questo progresso non è stato raggiunto solo da una manciata di leader famosi che hanno fatto discorsi. È stato raggiunto a causa di innumerevoli atti di eroismo e dedizione da parte dei cittadini, dalla gente comune, molti dei quali non molto più grandi di voi. È stato raggiunto perch
Questi chiari e inequivocabili richiami al senso di responsabilità sono stati supportati da un preciso monito indirizzato da Barack Obama agli studenti dell’Università dell’Illinois sui rischi reali di questo nostro tempo, offrendone una sua preziosa chiave di lettura.
“Certo, c’è sempre stato un altro aspetto oscuro nella storia americana. Il progresso non si sposta solo in linea retta. C’è una ragione per cui il progresso non è stato facile e perché nella nostra storia ogni due passi avanti sembra a volte produrre un passo indietro. Ogni volta che ci avviciniamo diligentemente ai nostri ideali fondativi, che tutti noi siamo creati uguali, dotati dal nostro Creatore di certi diritti inalienabili, (…) ogni volta che ci siamo avvicinati a quegli ideali, qualcuno da qualche parte ci ha respinto. Lo status quo ci respinge. A volte il contraccolpo arriva da persone che sono sinceramente, anche se erroneamente, timorose del cambiamento. Più spesso è prodotto dai potenti e dai privilegiati che vogliono tenerci divisi e ci tengono arrabbiati e ci tengono cinici perché questo li aiuta a mantenere lo status quo e mantenere il loro potere e mantenere i loro privilegi. E a voi capita di essere da poco diventati maggiorenniproprio
Un cambiamento veloce
“Questo cambiamento è accaduto velocemente, più velocemente di qualsiasi altra volta nella storia umana. E ha creato una nuova economia che ha scatenato un’incredibile prosperità. Ma che ha anche sconvolto la vita delle persone in modi profondi. Per quelli con abilità uniche o accesso alla tecnologia e al capitale, un mercato globale ha significato ricchezza senza precedenti. Per coloro invece che non sono così fortunati, per il lavoratore di fabbrica, per il lavoratore d’ufficio, o anche per i quadri intermedi, quelle stesse forze potrebbero aver spazzato via il suo lavoro, o almeno non metterlopiù in condizione di poter chiedere o ottenere un aumento. (…)
Quindi sei diventato maggiorenne durante un periodo di crescente disuguaglianza, di frattura delle opportunità economiche. E quel crescente divario economico ha arricchito altre divisioni nel nostro Paese: regionali, razziali, religiose, culturali. Ha reso più difficile costruire un consenso sui problemi. Ha reso i politici meno inclini al compromesso, il che ha provocato un aumento dello stallo, che ha reso le persone ancora più ciniche riguardo alla politica.”
Da questa sua preziosa chiave di lettura sulle origini e la natura delle questioni che affliggono la nostra epoca, Barack Obama ha tratto di riflesso occasione anche per una interpretazione di alcune dinamiche che trovano nelle valutazioni di oggi pochi riferimenti alle politiche adottate dalla sua Amministrazione, che ritiene a questo punto qui invece quanto più opportuno rivendicare.
I meriti dell’Amministrazione Obama
“Abbiamo lavorato duramente per porre fine a questa crisi, ma anche per rompere alcune di queste tendenze a lungo termine. E le azioni intraprese durante quella crisi hanno riportato l’economia in una crescita sana e avviato la più lunga serie di creazione di posti di lavoro mai registrati. Abbiamo coperto altri 20 milioni di americani con un’assicurazione sanitaria e abbiamo ridotto i nostri deficit di oltre la metà, in parte assicurandoci che le persone come me, a cui sono state offerte opportunità straordinarie da questo Paese, paghino la propria giusta quota di tasse per aiutare le persone che sono dietro di noi. (…)
Cito tutto questo perché, quando sentiamo come sta andando bene l’economia in questo momento, ricordiamoci di quando è iniziata questa ripresa. Voglio dire, sono contento che sia continuato, ma quando si sente parlare di questo miracolo economico che sta accadendo, quando escono i numeri sul lavoro, numeri di lavoro mensili, improvvisamente i repubblicani dicono che è un miracolo. Devo ricordare che, in realtà, quei numeri di lavoro sono gli stessi di quelli del 2015 e del 2016.”
Opportuno riferimento che ha proiettato di nuovo Obama sulla dura e storicamente pericolosa realtà del presente.
“Così abbiamo fatto progressi, ma – e questa è la verità – la mia Amministrazione non ha potuto invertire le tendenze di quarant’anni in soli otto anni, specialmente quando i repubblicani hanno assunto la Camera dei Rappresentanti e hanno deciso di bloccare tutto ciò che facevamo, anche cose che erano abituati a sostenere.Quindi abbiamo tirato fuori l’economia dalla crisi, ma fino ad oggi, troppe persone che un tempo si sentivano solidamente di classe media sentono ancora un’insicurezza economica molto reale e molto personale. (…)
Il mondo è ancora pieno di minacce e disordini. Questo viene trasmesso attraverso i televisori delle persone ogni giorno. E queste sfide fanno preoccupare le persone. E si sfalda la nostra fiducia civile. E fa in modo che molte persone si sentano come se il gioco fosse truccato, e nessuno li stia cercando. Soprattutto quelle comunità al di fuori dei nostri grandi centri urbani. E anche se la vostra generazione è la più diversificata nella storia, con una maggiore accettazione e celebrazione delle nostre differenze come mai prima, quelle sono le condizioni che sono mature per lo sfruttamento da parte di politici che non si fanno scrupoli e non si vergognano di attingere all’oscurità della storia americana della divisione razziale ed etnica e religiosa. Appellandosi alla tribù, facendo appello alla paura, mettendo un gruppo contro un altro.”
Con Barack Obama che si spinge fin verso una puntuale denuncia e al lancio di un preciso allarme, davvero a tutto campo.
I pericoli del tribalismo e del nazionalismo
“É quello un vecchio libro di esercizi. È vecchio come il tempo. E in una democrazia sana non funziona. I nostri anticorpi entrano in azione, e le persone di buona volontà provenienti da tutto lo spettro politico richiamano i fanatici, e lavorano per scendere a compromessi e portare a termine le cose e promuovere i caratteri migliori della nostra natura. Ma quando c’è un vuoto nella nostra democrazia, quando non votiamo, quando prendiamo per scontati i nostri diritti e le nostre libertà fondamentali, quando ci allontaniamo e smettiamo di prestare attenzione e smettiamo di impegnarci e smettiamo di credere e cerchiamo solo nuovi diversivi
Cominciano a minare le norme che assicurano la responsabilità, cercano di cambiare le regole per rafforzare ulteriormente il loro potere. E fanno appello al nazionalismo razziale che è a malapena velato, se è velato. Suona familiare? Ora, capisci, questo non è solo una questione di democratici contro repubblicani o liberali contro conservatori? (…)
Nessuna delle parti ha avuto il monopolio della saggezza, nessuna delleparti è stata la sola responsabile per noi di andare indietro invece che in avanti. (…)
La paranoia del populismo negli Usa
Ma negli ultimi decenni, la politica della divisione, del risentimento e della paranoia ha purtroppo trovato una casa nel Partito Repubblicano. (…)
Scienza rifiutata, fatti rifiutati su cose come il cambiamento climatico. (…)
Di certo non è normale. È radicale. È u
All’improvviso i deficit non contano, anche se, solo due anni fa, quando il deficit era più basso, hanno detto, che non potevo permettermi di aiutare le famiglie o gli anziani ad assicurarsi su Medicare perché il deficit era in una sua crisi struttura
Hanno fatto in modo che l’unica nazione al mondo che si tirasse fuori dall’accordo globale sul clima, non sia la Corea del Nord, non sia la Siria, non sia la Russia o l’Arabia Saudita. Siamo noi. L’unico paese. Ci sono molti paesi nel mondo. Siamo gli unici. Stanno minando le nostre alleanze, rincuorando la Russia. Cosa è successo al Partito Repubblicano? Il suo principale principio organizzativo in politica estera era la lotta contro il comunismo, e ora si stanno unendo all’ex capo del KGB, bloccando attivamente la legislazione che difenderebbe le nostre elezioni dall’attacco russo. Cosa è successo? (…)
E, a proposito, l’affermazione che tutto andrà bene perché ci sono persone all’interno della Casa Bianca che segretamente non stanno seguendo gli ordini del Presidente, non è una garanzia – sono serio qui – non è così che la nostra democrazia dovrebbe funzionare.
Queste persone non sono elette. Non sono responsabili. Non ci stanno facendo un servizio promuovendo attivamente il 90 per cento delle cose pazzesche che stanno uscendo da questa Casa Bianca e poi dicendo: “Non ti preoccupare, stiamo impedendo l’altro 10 percento.” Non è così che dovrebbero funzionare le cose. Questo non è normale.”
L’appello di Obama: dovete votare!
E da qui, Barack Obama lancia il suo personale appello, per respingere definitivamente questa involuzione del corso della storia che riguarda ciascuno di noi.
“Questi sono tempi straordinari. E sono tempi pericolosi. Ma ecco le buone notizie. In due mesi abbiamo la possibilità, non la certezza, ma la possibilità, di restituire qualche parvenza di sanità alla nostra politica. Perché in realtà c’è solo un controllo reale su cattive politiche e abusi di potere, e questo siete voi. Voi e il vostro voto. Guardate, gli americani avranno sempre disaccordi sulla politica. Questo è un grande paese. Le persone hanno diversi punti di vista. Mi capita di essere un democratico. Sostengo i candidati democratici. Credo che le nostre politiche siano migliori e che abbiamo una visione più ampia e più audace di opportunità, uguaglianza, giustizia e democrazia inclusiva. Sappiamo che ci sono molti posti di lavoro che i giovani non hanno la possibilità di occupare o che non vengono pagati abbastanza o che non ottengono benefici come l’assicurazione. (…)
I democratici non stanno semplicemente correndo su buone vecchie idee come un salario minimo più alto, stanno correndo su buone nuove idee come Medicare per tutti, dando posti ai lavoratori nei consigli di amministrazione, invertendo i tagli fiscali più eclatanti per assicurarsi che gli studenti universitari si diplomino senza debiti. (…)
Sappiamo che in un mondo che ha ridotto le distanze geografiche, più connesso, non possiamo semplicemente rimettere la tecnologia in una scatola, non possiamo semplicemente mettere muri in giro per l’America. I muri non tengono fuori minacce come il terrorismo o le malattie – ed è per questo che proponiamo di guidare le nostre alleanze e aiutare gli altri paesi a svilupparsi, respingendo i tiranni. E i democratici parlano di riformare la nostra immigrazione così, sì, in misura ordinata, giusta elegale, per continuare ad accogliere gli animatori ei sognatori di tutto il mondo. Ecco perché sono un democratico, è l’insieme di idee in cui credo. Oh, sono qui per dirti che anche se non sei d’accordo con me o con i democratici sulla politica, anche se credi in più teorie economiche libertarie, anche se sei un evangelico e la nostra posizione su certe questioni sociali è un ponte troppo lontano, anche se pensi che la mia valutazione dell’immigrazione sia sbagliata e che i democratici non siano abbastanza seri riguardo all’applicazione dell’immigrazione, sono qui per dirti che dovresti comunque preoccuparti del nostro corso attuale e dovresti comunque volere un ripristino dell’onestà, della decenza e della lealtà nel nostro governo. (…)
Siamo americani. Dovremmo far fronte ai bulli. Non seguirli.(…)
Sarò onesto, a volte mi capita di discutere con amici progressisti su ciò che l’attuale momento politico richiede. Ci sono persone ben intenzionate, appassionate di giustizia sociale, che pensano che le cose siano andate così male, che le linee siano state marcate in modo così netto, che si debba ormai combattere il fuoco con il fuoco, che si debbano ormai fare ai repubblicani le stesse cose che loro fanno con noi, adottando le loro tattiche, dicendo qualunque cosa non funzioni, anche inventando cose sull’altra parte. Non sono d’accordo con questo. Non è perché sono tenero. Non è perché sono interessato a promuovere un vuoto bipartitismo. Non sono d’accordo perché erodendo le nostre istituzioni civiche e la nostra fiducia civica e facendo arrabbiare le persone e urlando a vicenda e rendendo la gente cinica riguardo al governo, funziona sempre meglio per coloro che non credono nel potere dell’azione collettiva.(…)
Piuttosto crediamo che per far avanzare questo Paese, per risolvere realmente i problemi e migliorare la vita delle persone, abbiamo bisogno di un governo ben funzionante, abbiamo bisogno che le nostre istituzioni civili lavorino. Abbiamo bisogno di cooperazione tra persone di diverse convinzioni politiche. E per fare quel lavoro, dobbiamo ripristinare la nostra fede nella democrazia. Dobbiamo riunire le persone, non separarle. Abbiamo bisogno di maggioranze al Congresso e alle assemblee statali che siano seri nel governo e vogliano apportare cambiamenti reali e miglioramenti nella vita delle persone.
Ripristinare la fede nella democrazia
E non convinceremo le persone solo respingendo interi pezzi del paese definendoli come razzisti, sessisti o omofobi. Quando dico riunire le persone, intendo tutta la nostra gente. Sapete, tutta questa discussione che è sorta
Un messaggio che Barack Obama conclude affidandosi fino in fondo alla sua visione, quella che conosciamo e che ha generato quell’ispirazione che ci appartiene nel profondo ed alla quale dobbiamo ancor di più fare pieno affidamento nella nostra missione necessariamente collettiva.
“Far funzionare la democrazia significa attenersi ai nostri principi, avere chiarezza sui nostri valori e avere quindi la certezza di entrare nell’arena e di avere un serio dibattito.
E lasciate che vi dica qualcosa, specialmente ai giovani qui. Meglio è buono. Dovevo sempre dire questo al mio giovane staff alla Casa Bianca. Meglio è buono. Questa è la storia del progresso in questo Paese. Non perfetto. Meglio. La legge sui diritti civili non ha posto fine al razzismo, ma ha reso le cose migliori. La sicurezza sociale non ha eliminato la povertà per gli anziani, ma ha reso le cose migliori per milioni di persone. (…)
Non lasciate che la gente vi dica che la lotta non ne vale la pena perché non otterrai tutto ciò che vuoi. (…)
Perché ciò era già come i nostri Padri fondatori si aspettavano che questo sistema di autogoverno funzionasse (…): nessuno avrebbe ottenuto esattamente quello che voleva, ma sarebbe stato possibile trovare una base per un terreno comune.E quel terreno comune esiste. Forse non è di moda dirlo adesso. È difficile vederlo con tutte le assurdità che ci sono a Washington, è difficile sentirlo con tutto il rumore che c’è. Ma esiste un terreno comune. L’ho visto. L’ho vissuto. (…)
Il terreno comune è là fuori. Lo vedo ogni giorno. Proprio da come le persone interagiscono, da come le persone si trattano reciprocamente. Lo vedo sul campo. Lo vedi al lavoro. Lo vedi nei luoghi di culto. Ma dire che esiste un terreno comune non significa che vincerà inevitabilmente. La storia mostra il potere della paura. E più ci avviciniamo al giorno delle elezioni, più coloro che investono nella politica della paura e della divisione lavoreranno, faranno di tutto per aggrapparsi ai loro recenti guadagni.
Il risveglio dei cittadini
Fortunatamente sono fiducioso perché da questa oscurità politica vedo un grande risveglio della cittadinanza in tutto il paese. (…)
È un movimento di cittadini che è più giovane e più vario e più femminile che mai, e questo è davvero utile. (…)
Questo momento è troppo importante per stare seduto fuori. E se ascolti ciò di cui stanno parlando questi candidati, nelle singole competizioni elettorali in tutto il Paese, scoprirai che non stanno solo correndo contro qualcosa, stanno correndo per qualcosa. Stanno correndo per espandere le opportunità e stanno correndo per ripristinare l’onore e la compassione che dovrebbero essere l’essenza del servizio pubblico.
E parlando come un democratico, quelli come questo sono stati i momenti in cui il Partito Democratico ha sempre fatto la più grande differenza nella vita del popolo americano, quando abbiamo guidato con convinzione e principi e nuove idee audaci. L’antidoto a un governo controllato da una potente paura, un governo che divide, è un governo da parte di molti, organizzati, energizzati e inclusivi. Questo è ciò di cui parla questo momento. Questa deve essere la risposta. (…)
Un appello a partecipare
Tutto ciò di cui abbiamo bisogno sono persone oneste, oneste e laboriose che siano responsabili e che abbiano a cuore gli interessi americani. E saliranno e si uniranno al nostro governo e miglioreranno le cose se avranno supporto. Una elezione non risolverà tutto ciò che deve essere risolto, ma sarà un inizio. E si deve iniziare. Quello che sta per aggiustare la nostra democrazia siete voi. La gente mi chiede, chiede a me, cosa hai intenzione di fare per le elezioni? No, la domanda è: “Cosa tu hai intenzione di fare?” Tu sei l’antidoto. La vostra partecipazione, il vostro spirito e la vostra determinazione, non solo in queste elezioni, ma in tutte le successive elezioni e nei giorni tra le elezioni.Perché alla fine la minaccia alla nostra democrazia non viene solo da Donald Trump o dall’attuale gruppo di repubblicani al Congresso (…) o dall’hacking russo. La più grande minaccia alla nostra democrazia è l’indifferenza. La più grande minaccia alla nostra democrazia è il cinismo – un cinismo che ha portato troppe persone a rinunciare alla politica ea restare a casa il giorno delle elezioni. Per tutti i giovani che sono qui oggi, ci sono ora più elettori idonei a votare nella vostra
Dovete votare. (…)
Trenta minuti. Trenta minuti del vostro tempo. Per la democrazia ne vale la pena? Abbiamo attraversato tempi molto più bui di questi, e in qualche modo ogni generazione di americani ci ha portato dall’altra parte. Non sedendosi e aspettando che succeda qualcosa, non lasciandoagli altri fare qualcosa, ma guidando quel movimento per il cambiamento. E se lo farete, se vi farete coinvolgere e vi impegnerete, e busserete ad alcune porte e parlerete con i vostri amici, e discuterete con i vostri familiari, e cambierete idea, e voterete, qualcosa di potente accadrà.
La speranza accade
Il cambiamento accade. La speranza accade. Non la perfezione. Non tutta la crudeltà e la tristezza, la povertà e la malattia improvvisamente scompariranno
Insieme ad ogni nuovo passo che prendiamo nella direzione di equità e giustizia, uguaglianza e opportunità, la speranza si diffonde.E questo può essere l’eredità della vostra generazi
Consulente d’impresa, esperto in Corporate Banking. Già delegato dell’Assemblea Nazionale del Partito Democratico, è attivo nell’Associazione europeista Freedem e nell’Associazione InNova Bergamo. Ha contribuito al progetto transnazionale di candidatura UNESCO delle ‘Opere di difesa veneziane tra il XV e il XVII secolo’. Diplomato ISPI in Affari europei. Componente del Comitato scientifico di Libertà Eguale. E’ impegnato nella costruzione di una proposta di alleanza tra tutti gli europeisti riformatori.