di Lia Quartapelle
Ho letto con interesse l’intervista di Bettini al Corriere della Sera (che trovate qui).
Condivido in toto il pensiero riportato dal titolo (Goffredo Bettini: «Non c’è spazio politico né morale per le trame contro il governo»): sarebbe totalmente irresponsabile mettersi a discutere “di poltrone”.
Ma scrivo questo post perché vorrei portare un contributo per evitare errori già fatti nel passato. Già nel passato (governo Renzi) abbiamo pagato a caro prezzo lo schiacciarci completamente sulle azioni del governo (peraltro presieduto dall’allora segretario del partito).
Il refrain al “va tutto bene madama la marchesa”, condito, spesso in modo saccente, dall’elenco dei provvedimenti e delle risorse stanziate già allora ha stancato presto i cittadini, che spesso non vedevano una rispondenza tra le mirabolanti azioni annunciate dal governo e il miglioramento oggettivo delle loro condizioni materiali.
Sarebbe imperdonabile rifare quello stesso errore oggi.
Prima di tutto perché non è vero che oggi va tutto bene. La crisi da Covid-19 sarà peggiore di quella del 2008. Quella che stiamo affrontando è una crisi nuova, perché asimmetrica (colpisce alcuni settori, per esempio il turismo, mentre altri sono completamente immuni, penso al settore della GDO o al settore farmaceutico, che stanno registrando utili più alti rispetto all’anno passato), foriera di diseguaglianze nuove o antiche (basta pensare ai buchi formativi dei bambini da famiglie fragili in queste settimane di didattica a distanza senza connessione internet e senza la strumentazione adatta).
Gli italiani stanno rispettando le indicazioni sanitarie con grande senso di responsabilità e civismo, ma dal punto di vista economico i primi danni del lockdown e dell’epidemia sono purtroppo già evidenti. Già oggi tante persone stanno intaccando i risparmi per affrontare la crisi e si allungano le richieste fatte alle associazioni che offrono aiuti per acquisti alimentari e per le spese di casa.
Come ha ricordato più di una volta il segretario del PD Nicola Zingaretti, le risorse stanziate non sono arrivate tutte a chi ne ha fatto richiesta. Almeno un milione di lavoratori che hanno fatto domanda per il bonus delle partite IVA, non ha avuto finora risposta positiva dall’Inps. Non tutte le banche stanno attenendosi alle indicazioni di legge relative alla sospensione dei mutui o alla concessione del credito alle imprese.
Il PD deve essere prima di tutto a fianco di queste persone, che hanno bisogni e diritti, come fatto con l’iniziativa per raccogliere le segnalazioni di chi sta avendo difficoltà a ottenere sostegno dalle banche. Non ha senso che si fiancheggi il governo anche quando potremmo stimolarlo a essere più efficace. Questo non significa lavorare per cambi di governo, deleteri e totalmente intempestivi ora come ora. Ma significa fare il nostro lavoro, di partner della coalizione, con idee, proposte e una visione del mondo.
Il PD deve avere le idee chiare su dove portare l’Italia alla fine di questa lunga crisi. Non basta l’esortazione a prendere in mano le bandiere di una sinistra umana. Per evitare gli aspetti più crudeli della recessione, stiamo facendo debito, che dovrà essere ripagato dalle generazioni future. Ha senso fare debito se i miliardi che stiamo spendendo modellano un paese più giusto, più competitivo, più sostenibile.
C’è un debito buono, quello speso per pagare servizi per la cura dei bambini che aiutano le donne a tornare al lavoro, e debito cattivo, quello per pagare misure assistenziali per quelle stesse donne che altrimenti senza servizi saranno costrette a licenziarsi.
C’è da differenziare le imprese e i cittadini che hanno diritto ai sostegni del governo. Non ha lo stesso valore sostenere con risorse pubbliche l’affitto del negozio di quartiere e l’affitto di una vetrina commerciale da parte di una grande catena. E non possiamo lasciare che la disorganizzazione dell’apparato statale italiano sia la scusa per non fare misure più giuste e che arrivano a chi ne ha davvero bisogno.
Dobbiamo prevedere cosa ci riserva il futuro: in autunno è possibile che ci sia una ondata di nuova disoccupazione. Bisogna strutturare oggi i servizi di politiche attive del lavoro e di sostegno al reddito per non lasciare sole quelle persone. L’esperienza del reddito di cittadinanza non sta funzionando al meglio né per quanto riguarda i centri per l’impiego né per il sostegno al reddito. Dotiamoci oggi degli strumenti per affrontare e prevenire la crisi autunnale.
Se dobbiamo convivere con il virus per molti mesi, l’investimento digitale sarà cruciale. Utilizziamo questa spinta di necessità a far fare all’Italia, tutta, non solo alle zone più ricche e connesse, il salto digitale che non abbiamo fatto. Serve un grande investimento sulle infrastrutture digitali, da portare avanti con le opportune attenzioni alla sicurezza e ai rischi di penetrazione straniera in questo ambito, e anche un grande investimento nella digitalizzazione dei nostri processi amministrativi.
Su tutto questo il PD ha tante cose da dire, ha le persone per farlo. Non possiamo limitarci a usare flebilmente la nostra voce per plaudire all’esistenza di questo governo. Non possiamo permetterci di sprecare l’occasione della crisi per indirizzare questo governo nella direzione abbozzata al momento della sua formazione, e mai compiutamente portata avanti.
Deputato del Partito democratico, eletta a Milano. Già segretario della Commissione Esteri della Camera nel corso della scorsa legislatura. Fa parte della presidenza di Libertà Eguale ed è ricercatrice presso l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI). Insegna presso il corso di Politiche per lo sviluppo dell’Università di Pavia.