LibertàEguale

Le tesi dei pacifisti sono false. Prepariamoci

di Umberto Minopoli

 

Putin dice che Mariupol è presa. Finisce la guerra?

Era la tesi dei nostri, sedicenti, “pacifisti”: “se Putin conquista qualcosa, dicevano, fa la pace”. Per questo sono arrivati a chiedere, sin da subito, la resa degli ucraini e il diniego all’invio di armi alla Resistenza Ucraina.

Una posizione immorale e, politicamente, insostenibile: rendere legittima un’aggressione, finalizzata ad una conquista territoriale e coloniale, consentendole di vincere, sarebbe stato il trionfo, dopo 80 anni, di un principio nazista e fascista e l’umiliazione della democrazia e della libertà.

Ma, anche, una tesi irrealistica e cinica. I “pacifisti” hanno sottovalutato il popolo ucraino. Hanno pensato che non avrebbe contato nulla il suo attaccamento alla libertà e ai valori dell’auto determinazione e a quelli europei della democrazia e della libertà.

Nel caso delle persone di sinistra che hanno sostenuto la tesi della resa, si è trattato, davvero, di una metamorfosi etica, ideale e culturale, di un rovesciamento dell’antifascismo nel suo contrario, di una frattura morale. E’ bene dirlo in prossimità del 25 aprile. C’è’ qualcuno che ha perso il diritto di festeggiarlo.

Ma il modo come Putin ha “preso” Mariupol non sarà privo di conseguenze. Dopo il ritiro da Kiev, poi quello da Odessa e, infine, da Azovstal, Putin sul campo la guerra l’ha persa. Presa Mariupol, ridotta a deserto, non sa ora come venirne fuori.

E non può chiedere agli ucraini, che sul campo di battaglia non hanno neppure perso, di regalare il Donbas, ricco di materie prime. Alla pace come cessate il fuoco si arriverà. Il predatore accamperà un cumulo di macerie e una città deserto come trofeo.

E, sperabilmente, si ritirerà. Ma non sarà la pace con i valori. Sarà una pace armata. Finché la Russia sarà diretta dai putiniani, ci aspetteranno sacrifici per l’energia e spese militari per difenderci e per difendere altre Ucraine. Prepariamoci.

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