di Marco Leonardi
I primi conti sulla legge di bilancio sono questi:
- per neutralizzare le clausole IVA ci servono 12 miliardi e mezzo.
- per il rallentamento della crescita, per le missioni indifferibili, per lo Spread che colpevolmente abbiamo fatto aumentare, ci servono 3 miliardi ciascuno.
- il totale fa circa 21 miliardi che sommati allo 0.8% di deficit a legislazione vigente fa circa il 2% di deficit.
- ma per i vincoli europei dovremmo stare allo 0.8% e il minimo sindacale è che non dobbiamo in nessun modo peggiorare il deficit di quest’anno.
- per stare al 1.5% quindi ci servono almeno 9 miliardi di manovra solo per rimanere nei vincoli europei.
In passato abbiamo ottenuto uno sconto chiedendo flessibilità all’Europa ma non è affatto chiaro che quest’anno ce la concedano.
Altrimenti quello a cui si sta pensando è:
– taglio variabile delle pensioni sopra €2500 (progetto di Brambilla);
– rimodulazione delle aliquote IVA (=aumento delle tasse per 8 miliardi);
– taglio delle detrazioni fiscali;
– un bel condono tombale (che produce gettito ora ma perdita di gettito in futuro).
Tutto questo ancor prima di parlare di programma di governo (flat tax, reddito cittadinanza, pensioni etc.)
Professore di economia politica all’università degli Studi di Milano, si occupa di disoccupazione e diseguaglianze. E’ stato tra gli anni 2015 e 2018 membro del comitato tecnico di valutazione della Presidenza del Consiglio e consigliere economico del Presidente Gentiloni. Ha scritto un libro sulle riforme di quegli anni dal titolo “le riforme dimezzate, perché su lavoro e pensioni non si può tornare indietro”, EGEA 2018. Fa parte della Presidenza Nazionale di Libertà Eguale.