di Alberto Colombelli
L’Unione Europea va oltre l’emergenza, che è grave, impietosa.
La guerra ci sta mostrando immagini sempre più cruente.
Ogni giorno sempre più terribili.
Famiglie intere uccise sulla strada, genitori che corrono disperati verso l’ospedale con in braccio bambini piccolissimi che non ce la fanno.
Immagini impossibili per tanti di noi da mostrare.
Ma che abbiamo visto. Che non potremo mai più dimenticare.
Immagini che fanno male. Che non si comprendono. Che non si possono accettare.
La guerra questa volta la viviamo anche a casa nostra, nei diretti quotidiani contatti con cittadine e cittadini ucraini con cui condividiamo qui le nostre giornate e terribili angosce.
In tutto questo, affrontando l’emergenza con ogni possibile strumento che si rivela comunque sempre mai sufficiente e adeguato di fronte alla drammatica situazione che il popolo ucraino sta vivendo, si cerca in ogni caso anche di tenere lo sguardo lontano perché è necessario ormai adottare in Europa quanto prima tutte le iniziative strategiche per definitivamente accelerare davvero verso la realizzazione di quanto sempre finora rinviato, e non solo.
Per un pronto immediato nostro riferimento, qui ora condivido una breve veloce nota che ho preparato per disporre di un quadro di pronta lettura sulle evoluzioni che si stanno prefigurando in Unione Europea, con particolare focus sulle iniziative di natura economica messe in agenda e con un grazie nell’occasione a ISPI ed alla newsletter Europa Ore 7 de Il Foglio che ci offrono regolarmente costanti preziosi aggiornamenti.
1- SCENARIO
Poco più di dieci giorni di guerra di Vladimir Putin contro l’Ucraina hanno spinto l’Unione Europea a reinventarsi e questo appare solo l’inizio.
Da subito l’adozione di una serie di sanzioni senza precedenti con l’obiettivo di mettere in ginocchio l’economia russa, e immediatamente dopo la decisione di attivare per la prima volta la direttiva europea che concede la protezione temporanea agli ucraini che fuggono dall’invasione e dai bombardamenti dell’esercito di Putin. Ora l’Unione Europea è chiamata a compiere un ancor più deciso balzo in avanti per proteggersi dalle conseguenze economiche del conflitto. Sabato il Fondo Monetario Internazionale ha dichiarato che la guerra e le sanzioni avranno un “impatto severo” sull’economia globale. Con l’Europa, per la sua dipendenza dalla Russia per energia e materie prime, in prima linea. “Anche se la situazione rimane altamente fluida e le prospettive sono soggette a straordinaria incertezza, le conseguenze economiche sono già molto serie”, ha comunicato il FMI.
2- AGENDA IMMEDIATA
Martedì 8 marzo si attende che la Commissione presenti le sue proposte per un’azione congiunta europea verso un’energia a migliori condizioni di mercato, sicura e sostenibile.
Alcuni dei tabù degli scorsi mesi su Ets, carbone, mercato dell’energia e prezzi dell’elettricità potrebbero essere rimossi di fronte alla grave emergenza Russia. Sul gas come prime misure vengono ipotizzati acquisti comuni (anche se volontari) e l’obbligo di creare delle riserve strategiche (per affrontare il prossimo inverno).
Giovedì 10 marzo è prevista la riunione del Consiglio dei governatori della Banca centrale europea.
L’aspettativa è che la Presidente Christine Lagarde sospenda l’ipotesi di ritorno alla normalità monetaria e annunci di essere pronta a continuare a “fare tutto ciò che è necessario” per proteggere la stabilità finanziaria della zona euro.
Giovedì 10 e venerdì 11 marzo si terrà un vertice dei Capi di Stato e di Governo a Versailles.
Gli orientamenti strategici che sono chiamati a prendere i Capi di Stato e di Governo dell’Ue vanno decisamente oltre la crisi energetica, l’inflazione o il rallentamento economico. Lo Strategic Compass (la cosiddetta “bussola strategica”) per rilanciare la politica di difesa deve essere profondamente e radicalmente aggiornato alla luce della guerra di Putin in Ucraina. Il Green Deal deve essere adottato alla fine dalla dipendenza dal gas russo. La Politica di vicinato deve essere ridefinita per rispondere alle aspirazioni di Ucraina, Georgia e Moldavia di aderire all’Unione Europea.
3- ESTENSIONE MISURE NELLA FORMULA “NEXT GENERATION EU”
Dichiarazioni, qualificate e di esponenti istituzionali, indicano un’estensione delle misure nella formula “Next Generation EU”, preannunciando di fatto un ulteriore Recovery Fund per sostenere lo sforzo necessario da adottare sul fronte energetico, umanitario e di difesa.
“La guerra, dopo la pandemia, sottolinea la necessità di ampliare la finanza comunitaria con progetti analoghi al Next Generation EU con cui finanziare beni pubblici comuni con fondi comunitari, nuove forme di entrate comuni ed emissione di eurobonds. Il nuovo Patto [di stabilità] dovrebbe dunque far parte di un più vasto ridisegno della politica di bilancio comunitaria, ed entrare in vigore insieme a nuovi impegni nella costruzione di nuovi “pilastri” dell’UE, in particolare nella difesa, nella politica estera e nella politica energetica (europeizzando la ricerca e l’approvvigionamento di fonti di energia, il suo stoccaggio e greening progressivo). All’ampliamento graduale del bilancio comunitario dovrebbero corrispondere riduzioni di quelli nazionali, trasferendo all’Unione le spese e le entrate che le consentano di sviluppare i nuovi pilastri.”
(Franco Bruni, ISPI – Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, 4 marzo 2022)
“L’Unione Europea, con rapidità e grande compattezza sta mettendo in campo misure inedite sia sul fronte delle sanzioni economiche, che sul sostegno militare e sul piano della solidarietà umanitaria. Ma dobbiamo essere in grado di sostenere queste misure anche nel medio e lungo periodo, per questo è importante che da subito si mettano a punto strumenti e strategie per consentire agli Stati membri di sostenere questo sforzo e mitigarne i contraccolpi. Il prolungamento della clausola di salvaguardia del patto di stabilità è un’ipotesi che diviene ogni giorno più necessaria per dare flessibilità agli Stati ma temo che non basterà. Servono strumenti europei per non scaricare tutto sulle spalle (e sui bilanci) degli Stati membri, sul modello di quanto abbiamo fatto per far fronte alla pandemia e all’emergenza sanitaria attraverso Sure e Next Generation Eu. Nelle prossime settimane e mesi serviranno strumenti europei mirati a sostenere l’enorme sforzo sul fronte energetico, umanitario, militare.”
(Irene Tinagli, Presidente della commissione Affari economici del Parlamento europeo, 6 marzo 2022)
Ci sono momenti nel corso di ciascuna esistenza nei quali ci si incrocia con la Storia. E per le nostre ultime generazioni questo è esattamente uno di quelli.
L’Unione Europea è soprattutto quell’insieme di ideali e valori che, associati a prosperità economica, avevano (e continuano ad avere), senza precedenti nella Storia, liberamente attratto progressivamente paesi che uscivano da drammatici passati politici e antidemocratici.
In questi giorni Bernard-Henri Levy ci ha detto che il popolo ucraino e il suo Presidente incarnano oggi più di tutti proprio quegli ideali e quei valori europei, nei quali da noi invece non sempre e non tutti abbiamo dimostrato di crederci davvero fino in fondo.
È giunto il momento anche da parte nostra di rivendicarli e rilanciarli senza alcuna riserva.
Perché stavolta potremmo davvero perderli per sempre.
Perché l’Europa è e resta la nostra casa e il nostro futuro.
Perché lo è con tre parole che già da sole esprimono pienamente quanto ha già cambiato e continua a cambiare positivamente le nostre vite: libertà (l’Europa che ci permette una società aperta e con spazi diversamente inimmaginabili), protezione (l’Europa che ci tutela con il rispetto del nostro ambiente, la qualità del nostro cibo, la difesa di un corretto sistema di concorrenza), progresso (l’Europa che persegue uno sviluppo sostenibile e che con politiche di coesione riduce le disuguaglianze territoriali).
È quanto di più prezioso abbiamo, questi sono giorni in cui tutti possiamo e dobbiamo capirlo definitivamente.
Insieme.
Consulente d’impresa, esperto in Corporate Banking. Già delegato dell’Assemblea Nazionale del Partito Democratico, è attivo nell’Associazione europeista Freedem e nell’Associazione InNova Bergamo. Ha contribuito al progetto transnazionale di candidatura UNESCO delle ‘Opere di difesa veneziane tra il XV e il XVII secolo’. Diplomato ISPI in Affari europei. Componente del Comitato scientifico di Libertà Eguale. E’ impegnato nella costruzione di una proposta di alleanza tra tutti gli europeisti riformatori.