di Carlo Fusaro
Che Macron ed Ensemble abbiano subito una sconfitta è un fatto, che Nupes (Melenchon ed alleati) e Rassemblement nationale (Lepen) un successo notevole è un altro fatto.
Ed è naturalmente preoccupante che in Francia ci siano ben 220 parlamentari degli opposti populismi su 577 (quasi il 40%).
Ma da qui a pontificare (per mera propaganda interna) che il sistema francese è alla frutta e il sistema elettorale a doppio turno di collegio un fallimento ne corre.
Alcune osservazioni:
1) Ensemble ha comunque una forte maggioranza relativa (più di quanto ebbe mai la Dc in Italia a parte la prima legislatura); più dei populisti sommati (245 vs 220)
2) sulle scelte fondamentali di politica estera ed europea il governo può contare sul sostegno di circa 60-75 altri deputati
3) la Costituzione francese è costruita per rendere possibile, col sostegno presidenziale, il governo di minoranza: non c’è fiducia iniziale, ci sono strumenti per imporre le principali proposte del governo se il governo lo vuole e pone l’equivalente della ns questione di fiducia (è l’opposizione che deve votargli contro a maggioranza assoluta: il che vuol dire sommando i voti di estrema destra e di estrema sinistra, il che non è impossibile ma improbabile);
4) osservo che Macron è stato il primo presidente rieletto da decenni e in particolare dalla riforma del 2002 che ridusse il mandato da 7 a 5 anni e introdusse l’elezione dell’assemblea a due mesi da quella presidenziali per evitare le coabitazioni: proprio per questo io penso (oltre che per altre epocali e generali trasformazioni nel rapporto cittadini/politica) l’elettorato francese parzialmente insoddisfatto NON gli ha rinnovato una fiducia totale (come ha fin qui sempre fatto coi presidenti eletti la prima volta).
Conclusione: Macron e la appena rinominata prima ministra Borne dovranno spendere più tempo a gestire i gruppi parlamentari ma potranno navigare in acque più mosse di prima ma senza particolari drammi.
Soprattutto togliamoci dalla testa che le vicende francesi del 2022 rivalutino il nostro sistema politico-istituzionale scombiccherato. È esattamente il contrario!
Presidente del Comitato scientifico di Libertà Eguale. Già professore ordinario di Diritto elettorale e parlamentare nell’Università di Firenze e già direttore del Dipartimento di diritto pubblico. Ha insegnato nell’Università di Pisa ed è stato “visiting professor” presso le università di Brema, Hiroshima e University College London. Presidente di Intercultura ONLUS dal 2004 al 2007, trustee di AFS IP dal 2007 al 2013; presidente della corte costituzionale di San
Marino dal 2014 al 2016; deputato al Parlamento italiano per il Partito repubblicano (1983-1984).