di Natale Forlani
Breve memoria di una tragica esperienza che qualche burlone vorrebbe fare rivivere agli Italiani.
Nel culmine della crisi economica finanziaria argentina del 2001 mi trovavo per motivi professionali a Buenos Aires, con in calendario alcuni incontri istituzionali finalizzati a verificare le caratteristiche di un eventuale programma di aiuti per i nostri connazionali.
L’ origine della crisi era legata alla insostenibilità del cambio fisso tra peso e dollaro, varata dai governi degli anni 90 per contenere l’ inflazione galoppante, ma che progressivamente aveva penalizzato le esportazioni, aumentato il deficit commerciale, e penalizzata l’ occupazione.
Il Paese si trovò progressivamente impossibilitato a onorare i creditori esteri, in particolare i prestiti in dollari forniti in abbondanza dal Fondo Monetario Internazionale, a pagare in moneta ufficiale i dipendenti pubblici, i pensionati e i fornitori di servizi alle pubbliche amministrazioni, e una miriade di disoccupati coinvolti in quelli che potremmo definire, alla italiana, con il termine “lavori socialmente utili”.
Lo Stato Argentino e le Province, ebbero la brillante idea di pagare dipendenti, pensionati e fornitori vari emettendo una moneta parallela denominata “Patacon” (non è uno scherzo ..).
Ebbene, per farla breve , quella moneta venne immediatamente considerata carta straccia , il paese diventò il bersaglio della speculazione e precipitò nel caos.
Ricordo che il cambio peso-dollaro precipitava a tassi del 10-20% nel giro di poche ore, non solo nella borsa ufficiale anche per le strade, e che la merce spariva dai negozi. Le piazze erano invase da manifestazioni di ogni genere organizzate da movimenti dalle denominazioni più varie (cartoneros, picheteros, pentoleros…). I bersagli preferiti gli americani, i paesi occidentali, oltre ai politici, le banche, i sindacati.
Ovviamente nessuna riflessione critica riguardo alla evidenza che l’Argentina viveva da decenni al di sopra dei propri mezzi. Non è stata l’emissione dei Patacon la causa della crisi ma tale scelta era certamente emblematica di un modo sbagliato di affrontarla.
Il paragone con la realtà italiana è inappropriato?
Se guardiamo ai fondamentali della nostra economia produttiva certamente sì. Se osserviamo la assoluta mancanza del principio di realtà e delle stravaganti proposte che caratterizzano il nostro dibattito politico, viene da dubitare. Del resto chi ci governa, o buona parte di esso, teorizza che la soluzione dei problemi sia quella di stampare moneta per sovvenzionare persone che non lavorano… E poi si scandalizzano se i nostri giovani migliori se ne vanno in altri paesi.
Natale Forlani è stato segretario confederale della Cisl e ad di Italia Lavoro (Agenzia strumentale del Ministero del Lavoro, della quale ha assunto anche la carica di presidente nel 2009). Già direttore generale dell’Immigrazione del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, è stato estensore, insieme a Marco Biagi ed altri autori, del Libro Bianco sul Lavoro.