Conclusa ieri a Orvieto l’Assemblea annuale di Libertà Eguale
“Fare una campagna elettorale come PD sul discrimine europeismo-antieuropeismo. Alleanza con Macron per una nuova sovranità europea. Rilanciare la proposta di riforma istituzionale ed elettorale centrata sul semipresidenzialismo francese, tutta intera e senza timidezze”. Enrico Morando, viceministro dell’Economia ha concluso così ieri l’assemblea annuale di Libertà Eguale di cui è presidente. L’associazione da 18 anni raccoglie i riformisti del partito democratico, molti dei quali protagonisti dell’esperienza di governo Renzi e Gentiloni.
“Non ci siamo spaventati dalla distanza tra il nostro obiettivo, cioè riunire i riformisti della sinistra di governo, e la nostra gracilità strutturale. Possiamo dire che abbiamo vinto”, ha detto con orgoglio Morando, facendo riferimento alle riforme realizzate in questi anni. E poi una stilettata alla cosa rossa di Piero Grasso, riunita a Roma e responsabile di plagio del nome: “Non c’è manovra trasformista della vecchia sinistra che potrà negare che le posizioni dei veri ‘liberi eguali’ sono quelle storicamente espresse nella sede e nella tradizione di Libertà Eguale. Ci possono prendere il nome, ma la nostra identità e le nostre posizioni non ce le porteranno via. Posizioni politiche che getteremo tra i piedi della sinistra trasformista”.
“Noi riformisti – spiega Morando – siamo al mondo per trovare soluzioni. L’obiettivo di rimuovere le cause di disagio – lavoro che non c’è, immigrati, diseguaglianze – è al centro della nostra strategia. Ma le soluzioni per combattere il disagio sociale sono, oggi, nella dimensione europea. Ha ragione Macron: dobbiamo prendere atto che la dimensione nazionale del miracolo socialdemocratico europeo perde forza. Non è più in grado di aggredire il disagio sociale. Non si tratta di cedere la sovranità nazionale perché la sovranità nazionale non c’è comunque più. Qui è la grande consapevolezza di Macron: la dimensione politica efficace della sovranità è quella europea. Serve un governo globale. Serve l’Europa”.
Una critica, poi, agli avversari. “Berlusconi – accusa Morando – ha proposto una seconda moneta da affiancare all’euro e allo stesso tempo ha proposto Draghi come Presidente del Consiglio. Inoltre, nella risoluzione sul DEF, Forza Italia ha proposto di smantellare la riforma Fornero, che andrebbe finanziata con la seconda moneta. Una nuova moneta da affiancare all’euro, per trovare i soldi necessari ad abbassare l’età pensionabile è una proposta azzardata e populista. Queste affermazioni vanno prese sul serio, perché per Berlusconi sono l’unico modo di costruire il centrodestra. Ma accettando queste proposte l’Italia non potrebbe concorrere seriamente con Merkel e Macron per la riforma della governance della UE. Non dovremmo essere più determinati nel farne capire i rischi per il paese?”
Lo stesso pericolo proviene dal M5S. “Sempre nella risoluzione sul DEF – ricorda Morando – il M5S propone di sfondare il debito violando i Trattati Ue. Da queste proposte si capisce che se vincono i Cinquestelle l’Italia si costruisce un destino di emarginazione. Se vinciamo noi ci saranno sì problemi da affrontare, ma abbiamo la credibilità per farlo”.
E sulle riforme, a un anno esatto dalla sconfitta sul referendum: “L’autonomia regionale differenziata è una risorsa – afferma Morando – ma la sua attuazione implica che il Governo centrale abbia la stessa legittimazione e forza di quelli regionali. Allo stesso modo, serve un governo stabile per contare in Europa. Ecco perché – conclude Morando – il giorno dopo le elezioni politiche del 2018 chiederemo di realizzare da subito la riforma istituzionale per introdurre anche in Italia il semipresidenzialismo alla francese”.