di Tommaso Nannicini
– La distinzione ormai non è più fra Lega e Cinque stelle ma, trasversalmente, fra chi crede davvero alle fantasie che raccontano e chi ci fa soltanto. Il punto è se chi ci crede si sveglia prima che chi ci fa ci porti fuori dall’euro per tornare alla lira.
– Non c’è dubbio che nel Pd ci sia un tema di organizzazione: siamo rimasti un partito novecentesco, con riti e liturgie che ci hanno fatto perdere rapporto con gli elettori. Di fronte allo shock del 4 marzo questi riti rallentano la costruzione di un’alternativa. Ma sono tutte cose che per essere cambiate hanno bisogno di tempo. La Lega è passata dal 3 al 17 per cento non in un anno ma in dieci, i Cinque stelle sono passati da 0 a 25 in cinque anni e in dieci sono arrivati al 30.
– Né Lega né Cinque stelle sono partiti dal tema della leadership, ma da quello delle parole. Sono le parole che danno un senso e ti fanno riconnettere con i tuoi elettori, che definiscono la tua identità come partito e fanno capire da che parte stai, per cosa ti batti. Le parole illuminano i fatti perché fanno capire qual è la tua visione del mondo. Senza questo sembri un ragioniere. Ecco, questo lavoro a un certo punto l’abbiamo smarrito, assorbiti come eravamo dal mito della responsabilità di governo e del fare le cose giuste, convinti che avere una classe dirigente competente può salvare il paese. Abbiamo fatto molte riforme per gli italiani, poche con gli italiani.
– Mi piacerebbe impegnarmi per far emergere un’altra generazione e altre idee, che dobbiamo attirare, selezionare e valorizzare. Noi in fondo abbiamo già dato e lo abbiamo fatto in anni intensi, al governo in piena crisi. Il mio candidato ideale? Uno che abbia guardato “Il mio grosso grasso matrimonio greco” dove si dice: «Non lasciare che il passato decida chi sei, ma lascia che sia parte di chi diventerai». E questo vale tanto per il passato remoto quanto per quello recente. Ecco, il mio Pd me lo immagino così.
Estratto dall’intervista rilasciata da Tommaso Nannicini a Il Foglio. Qui trovate la versione completa.
Senatore PD, eletto a Milano. E’ stato consigliere economico del Presidente del Consiglio Renzi e, quindi, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 2016.
Professore ordinario di Economia Politica all’Università Bocconi. Research Fellow a CEPR, IZA, Baffi Carefin e IGIER. Dal 30 maggio 2017 componente della Segreteria Nazionale del Partito Democratico.
Presidente del comitato di indirizzo strategico del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile.