LibertàEguale

Ora è tempo di ricostruzione

di Umberto Minopoli

 

Non è stato generico e scontato il richiamo del 2 giugno, Festa della Repubblica, ad un “nuovo inizio” e all’unità nazionale da parte del Capo dello Stato.

E non è un caso che essa sia stata preceduta e seguita da tre atti politici che ne confermano il messaggio: gli interventi del Capo di Bankitalia, del leader del PD – nei fatti, il principale partito di governo – e del leader di Forza Italia (lettera al Corriere).

E’ il momento degli esami e della maturità. Non solo a scuola. Il motivo è semplice, al di là della retorica: abbiamo avuto una guerra, una distruzione.

Grazie all’Europa abbiamo le risorse per una ricostruzione. È una opportunità. Che ci potrà consentire di cambiare il paese e di fare riforme importanti.

La cosa più importante sarà la coesione sociale: impresa, lavoratori, professioni, ceti indeboliti dalla crisi ed emarginati possono intravedere un futuro di speranza, anche ravvicinato. La politica deve scegliere: essere un intralcio, con la sua naturale rissosità, i suoi personalismi e tatticismi, oppure avere il coraggio di un salto di qualità.

Che significa, per una fase politica, anteporre un disegno nazionale ad un miope interesse di partito, personale o di posizionamento. Zingaretti e Berlusconi lo hanno detto quasi con le stesse parole: questo sforzo nazionale implica una intesa, per avviare la ricostruzione, da ruoli diversi, tra governo e opposizione. Non accrocchi confusi e irrealistici. E non c’è tempo per tradizionali crisi di governo e per i tradizionali patteggiamenti tra leader autoreferenziali.

Ma sia chiaro: è al governo che spetta il primo passo. Deve mostrarsi in grado, attrezzato e credibile, e fare una profferta programmatica, credibile, inattaccabile al Parlamento e alle opposizioni. Ne sarà capace?

Tutte le formule politiche agitate prima di marzo hanno perso di senso e significato. Ora servono idee per la ricostruzione. La politica si misuri su di esse e non sui progetti personali.

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