di Tommaso Nannicini
Come da tradizione inscalfibile del centrosinistra, si sono fatte molte polemiche sulla nuova segreteria Pd. Come ho detto in un’intervista a Il Foglio, io la vedo così:
Preparare il Congresso
– Ci siamo presi dei mesi in attesa del Congresso, che sarà nel 2019, per chiederci se il Pd abbia ancora senso, al di là dell’appartenenza alle vecchie mozioni congressuali. La scorciatoia della caccia all’ideona o al “leaderone” produrrebbe una droga temporanea, ma poi il corpo ne uscirebbe ancora più debilitato. Senza contare che se qualcuno aveva l’ideona poteva tirarla fuori prima del 4 marzo. E i leader non si eleggono, ma si riconoscono. Quando i tempi sono maturi.
Ricostruire l’organizzazione
– Bisogna ragionare sui fondamentali e sulla capacità di ascolto, su quali siano gli obiettivi di fondo, sulla ricostruzione dell’organizzazione – anche a partire dalla tecnologia – per mettere in rete circoli e associazioni e valorizzare l’impegno sui territori. Perché noi continuiamo a combattere con la spada per fare politica, mentre i populisti sovranisti usano la polvere da sparo. O facciamo questo lavoro oppure l’ennesima caricatura tra chi sta con il Corbyn italiano e chi con il Macron italiano penso interessi poco al paese. Se invece qualcuno pensa di usare la nuova segreteria come punching ball per allenarsi per il congresso, beh, io non ci sto e spero che il punching ball si metta i guantoni nel caso.
Una grande operazione di scouting
– Il Pd deve stare sul territorio non per dare volantini, ma per selezionare persone che sono in grado di organizzare comunità e idee e di intercettare bisogni. Deve essere una grande operazione di scouting di una nuova classe dirigente. Dobbiamo chiamare persone non per salutarle dopo poco, ma per valorizzarle. Se il Pd si apre e diventa scalabile da chi ha idee e capacità di creare consenso allora si realizzerà il sogno di chi, come me, spera che la leadership del futuro e la lista delle nuove segreterie siano costituite da persone che oggi non ci vengono nemmeno in mente.
Mettere insieme tecnologie, calamitare i giovani
– Lega e Cinque stelle usano messaggi su Internet che sembrano rozzi ma in realtà sono sofisticati. È tutto studiato. E in generale il fronte populista sovranista mette in comune dati e tecnologie, mentre noi siamo ancora al dilettantismo dei gruppi dirigenti che si chiudono in una stanza e decidono tutto lì dentro. Dobbiamo intercettare l’impegno civico e sociale dei giovani e dei meno giovani, che a volte non trovano una calamita ma vengono respinti dai nostri circoli. Se arriva un giovane che ha voglia di cambiare il mondo e gli parli di chi si candida e chi dà il volantino al mercato, dopo un po’ si stufa.
Per approfondire leggi qui l’intervista rilasciata da Nannicini a Il Foglio
Senatore PD, eletto a Milano. E’ stato consigliere economico del Presidente del Consiglio Renzi e, quindi, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 2016.
Professore ordinario di Economia Politica all’Università Bocconi. Research Fellow a CEPR, IZA, Baffi Carefin e IGIER. Dal 30 maggio 2017 componente della Segreteria Nazionale del Partito Democratico.
Presidente del comitato di indirizzo strategico del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile.