di Rosaria Caltabiano
Tante volte, da troppi anni abbiamo sentito “bisogna ripartire dal Sud”, diventato quasi uno slogan di molte campagne elettorali.
Recuperare il rapporto con il territorio
Ma come il voto di marzo 2018 ha ampiamente dimostrato, per ripartire dal Mezzogiorno bisogna prima di tutto partire dal rapporto della politica con il territorio, dalla prossimità, dal radicamento delle idee e delle proposte non solo nelle aree metropolitane, sempre più estese, dinamiche e interconnesse, ma anche nella provincia, nei piccoli territori che hanno spesso delle identità specifiche e distanti dalle città ed ancora più dal Governo centrale.
E’ necessario costruire rapporti personali, di fiducia, relazioni ormai quasi del tutto logorati dal rancore verso una classe dirigente spesso autenticamente vicina alla vita di ciascun cittadino.
Un bisogno di sicurezza, protezione, identità
Fare politica – politica riformista – significa anche questo: non lasciare indietro nessuno, sforzarsi di includere e mai di dividere, portare avanti chi è rimasto indietro, chi è in difficoltà, dare opportunità identiche, diversificate dalle abilità e dagli obiettivi di ciascuno.
Non dobbiamo cedere alla tentazione della retorica o cadere nell’errore di un moderno etilismo.
Senza mettere in discussione i contenuti, per ciò che concerne il metodo, le forze politiche dell’attuale maggioranza di governo hanno colto con spietata lucidità, rispetto alle opposizioni, che in un mondo globalizzato e interdipendente, il bisogno grande è rappresentato da: sicurezza, protezione, identità. Queste esigenze costituiscono principio primario dei cittadini elettori.
Il populismo ha pagato
La lungimiranza della quantità e qualità delle leggi e dei Governi fino a Gentiloni non ha pagato. Avere pensato al futuro, a congegnare progetti di durata, aver realizzato le famose 100 leggi e tutto il dopo, non ha pagato.
Il populismo ha pagato; è come se chi regala un panino ad un affamato, lasciandolo a rimediare il domani è migliore di chi invece, fornisce all’affamato strumenti (lavoro) per procurarsi il sostentamento e il benessere quotidiano e futuro.
Il Sud è affamato, di lavoro, di opportunità, di autonoma facoltà di scegliere. E’ ricco di competenze, di formazione accademica, di storia, di bellezza, di cultura.
Il cittadino al centro
Ripartire dal Sud significa ripartire dal valore dell’individuo. L’interesse dell’individuo rispetto ad una società civile, libera, emancipata e riformista diventa interesse complessivo. I cittadini del Sud dovranno smettere di sentirsi destinati ad arrangiarsi, a sbarcare il lunario un giorno dopo l’altro, a emigrare, a trovare altrove un luogo dove realizzarsi; ogni cittadino deve essere posto in condizione di intraprendere nel senso più ampio del termine, la propria opportunità.
Infrastrutture strategiche, materiali e immateriali, leggi, provvedimenti che favoriscano questo salto in avanti, molto banalmente ma efficacemente di questo ha bisogno il Sud.
Una politica che guarda solo alle prossime elezioni, che si fa trascinare dalle scadenze autoreferenziali, che si ostina a non rendersi conto dei nuovi paradigmi che ormai connotato un sistema del tutto stravolto rispetto al passato è destinata naturalmente a estinguersi.
C’è bisogno del Mezzogiorno e il Mezzogiorno ha bisogno della politica – dello spirito di partecipazione e del senso di unità – per non disperdere per sempre il capitale umano, le intelligenze, le tantissime alte competenze e personalità che non smettano di credere nel cambiamento. Questo slancio dipende solo da noi, da tutti noi, da ciascuno di noi.
Professione comunicatore pubblico, lavora presso l’Urp di un presidio ospedaliero. Laurea in Scienza della Comunicazione, master in Customer Care e tutela dei consumatori. Fa parte delle associazioni di Comunicazione Pubblica e Comunicazione Politica. Impegnata da sempre – Partito Radicale, Pci, Ds – è stata componente dell’Assemblea nazionale costituente del Pd nel 2007. Oggi è eletta nell’Assemblea regionale del Pd Sicilia.
Il correttore va disastri. Prima o poi qualcuno avrebbe pubblicato un articolo contro l”’etilsmo”…
tutto qua? è chiaramente un errore di battitura.