LibertàEguale

Schlein e Bonaccini come Nenni e Saragat: ritorna la ‘bicicletta’

di Danilo Di Matteo

 

Il compianto filosofo Giovanni Reale sottolineava un punto: il vocabolo “analogia” non è un sinonimo di somiglianza, similitudine. Indica piuttosto alcune similitudini pur con tante differenze.

Ecco, il tandem Schlein-Bonaccini mi ricorda, molto alla lontana, il Partito Socialista Unificato (la celebre “bicicletta”) della seconda metà degli anni Sessanta. Un’esperienza breve, ma importante. Sembrava la realizzazione di un sogno: Nenni e Saragat di nuovo insieme. Una speranza, la ripresa di un cammino. Una prospettiva inedita sembrava dischiudersi per l’Italia. Un’esperienza naufragata presto per il prevalere di logiche correntizie rigide e per l’esito elettorale tiepido o deludente. Ma pur sempre un fatto storico. La storia si nutre anche di conati, tentativi, eventi appena abbozzati o addirittura solo immaginati. Promemoria, magari, per pagine ancora da scrivere, per vicende future.

Schlein afferma: il nostro compito, il compito del Pd è stare accanto a chi è in difficoltà. Ecco, qui si impone subito un obiettivo: individuare in maniera accurata la platea di coloro che sono in difficoltà. Degli ultimi e dei penultimi. Occorrerebbe, subito dopo, coniugarne istanze e interessi con quelli dei ceti medi, cogliendo punti di contatto, aree di sovrapposizione, leve per suscitare e sollecitare impegno, partecipazione, spinte convergenti. Quello che, in società meno mobili delle attuali, avremmo chiamato, gramscianamente, un “blocco sociale”. Balza evidente, qui, il contributo che Bonaccini e ciò che incarna possono offrire proprio nella ricerca di risposte adeguate alla “domanda” posta dalla segretaria e,  con lei, da tantissimi cittadini.

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