di Umberto Minopoli
La battuta di Berlusconi non è riducibile ad un’esternazione di un anziano, invaso da ambizione senile. E’ un problema politico. Si chiama abbandono dell’Agenda Draghi.
Che non è solo un insieme di contenuti di politica di bilancio, energetica ed economica. Ma l’idea di un metodo: accettare che, in una fase particolare della storia del Paese (pandemia, guerra, inflazione), i nodi di riforma che l’Italia ha davanti, siano affrontati spirito bipartisan.
Attenzione: non si tratta di evitare riforme o contenuti, anche, radicali del sistema. Anzi.
La sinistra sbaglia se intende in modo minimalistico il programma Draghi, perché unitario. Intendendo che ora si può tornare alle battaglie identitarie. Non deve essere così.
Alcune riforme o contenuti del programma Draghi dovrebbero impegnare le forze politiche, anche, prevalendo sui contenuti identitari. La guerra o i rigassificatori, ad esempio, fanno parte di tali contenuti.
Ma anche il fisco o le riforme istituzionali dovrebbero essere affrontate con questo spirito. Anche FdI che era all’opposizione ha, implicitamente, a parole, accettato questo metodo. Berlusconi lo smentisce.
Dopo aver fatto cadere Draghi svela il pericolo: se la Destra ha la possibilità, abbandonerà il metodo Draghi e procederà a riforme divisive, identitarie e unilaterali. Ora corrono a precisare e smentire Berlusconi. Purtroppo delle parole non è il caso di fidarsi.
Se non si vuole che il paese si infili in uno scontro feroce e paralizzante, la strada è una sola: impedire che la destra consegua la maggioranza assoluta dei seggi. Che le consentirebbe di procedere unilateralmente sulle riforme costituzionali.
Questo passa, purtroppo, per una battaglia serrata nei collegi uninominali. E’ lì, infatti, che la maggioranza relativa di un polo può trasformarsi in maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento.
Vista l’unità del cdx nei collegi uninominali e visto il pericolo reale che essa diventi assoluta nei seggi complessivi, sarebbe stato preferibile che altrettanta unità ci fosse stata di chi il pericolo lo avverte e vuole evitarlo. Invece…
Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare. Ha lavorato nel Gruppo Finmeccanica e in Ansaldo nucleare. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro delle Attività Produttive tra il 1996 e il 1999. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dei Trasporti dal 1999 al 2001. Consigliere del Ministro dello Sviluppo Economico per le politiche industriali tra il 2006 e il 2009.