LibertàEguale

Servono vocazione maggioritaria e nuovo regolamento della Camera

di Debora Serracchiani

 

Care colleghe e cari colleghi,

il nostro regolamento prevede che oggi si apra il seggio elettorale per l’elezione della capogruppo Pd alla Camera dei deputati e non prevede che ci sia una discussione preventiva. Del resto, oggi non votiamo per le primarie a segretario del Pd o a sindaco di una delle nostre città. Oggi ci sono due donne che si candidano a mettersi al servizio della nostra comunità di deputate e deputati, per organizzarla e renderla pronta ad affrontare al meglio i complessi passaggi legislativi che ci attendono alla Camera.

Per questo mi limito a esporvi ciò che vorrei fare insieme a voi per raggiungere questo obiettivo. Lo scopo che ci proponiamo è ambizioso, e ci richiede di tendere a qualcosa di più alto e difficile. C’è da ricostruire un sentimento di appartenenza che sembra essersi smarrito nei rivoli di un individualismo e di un particolarismo esasperato e banale. A questo impegno desidero ispirare, se lo vorrete, il mio lavoro con voi. Perché il nostro lavoro è qui, nel Parlamento della Repubblica, dove dobbiamo trovare il modo di far sentire ciascuno di noi protagonista. Dobbiamo in questo senso allargare la partecipazione, lavorare tutti e consentire a tutti di presentare all’esterno il faticoso lavoro svolto.

Per questo chiederò al prossimo Ufficio di presidenza di far proprio il compito di valorizzare ogni singolo deputato del Pd, collaborando strettamente con i nostri capigruppo di commissione, con cui va stabilito un costante rapporto al fine di coordinare il lavoro di tutti.

Mi preme sottolineare un legame che vorrei avessimo sempre chiaro: il gruppo della Camera, il gruppo del Senato e il gruppo al Parlamento europeo sono uniti dal medesimo progetto a vocazione maggioritaria, che si esplica nell’autonomia delle loro funzioni. Bisogna tenere ferma sia l’unità del progetto sia la rispettiva autonomia. E vanno anche stabiliti rapporti coi gruppi parlamentari nazionali delle forze politiche che aderiscono con noi al medesimo gruppo europeo.

Per noi l’occasione di discutere del Regolamento della Camera non è qualcosa di residuale o ragionieristico, adeguando solo i numeri, ma deve servire a rafforzare il lavoro parlamentare. Credo dobbiamo evitare l’eccessiva compressione dei nostri spazi dovuta a maxiemendamenti, eccesso di voti di fiducia e lo sbocco in un monocameralismo di fatto. Quindi servono certezza nei tempi di discussione e di votazione delle iniziative del Governo, e spazi reali di confronto e di emendabilità. Su questo ci giochiamo un buon pezzo della nostra autonomia e del nostro ruolo, e di quello della Camera in generale. Senza dimenticare che il nostro lavoro è anche sui territori ai quali, come parlamentari ci sentiamo legati e che richiedono più attenzione, presenza, ascolto.

Potrei dire che moltissime delle idee esposte nella sua ultima lettera da Marianna le condivido, che siamo all’interno di una visione politica comune, potrei precisare qualche punto. Alla fine non saremmo lontane, come saremo sicuramente vicine dopo il voto di oggi. Ma la mia candidatura, operativa e lineare, c’è per fare quanto vi ho già detto di persona e ora in brevissima sintesi.

E dunque auguro un buon voto a tutti
Debora

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