di Carlo Fusaro
Come molti di voi, son di quelli che quando arrivano le Olimpiadi si attaccano per quanto possibile al televisore, che si entusiasmano per le gare (specie di atletica, devo dire) e che si commuovono quando sentono l’inno nazionale e vedono i successi azzurri.
Il mio primo ricordo nitido, aiutato dai mille e mille replay, è la vittoria di Berruti nel 1960, come l’arrivo di Abebe Bikila a piedi scalzi, a Roma. La tv non ci s’aveva e si andava ai bar. Avevo dieci anni. E non me ne sono persa una.
Questa volta mi sento annichilito e stupefatto e ammirato. Non è solo il record di medaglie (quaranta! quattro più di Olimpiadi antiche e incomparabili, dirò subito perché), è la eccezionale qualità delle medaglie e lo spessore di un movimento sportivo nazionale che si è rivelato formidabile al di là delle attese più ottimistiche e delle speranze più sfrenate.
Settimi nel medagliere complessivo (Rank by total: vedere non ricostruzioni interessate ma il sito ufficiale olimpico:
https://olympics.com/…/all-sports/medal-standings.htm). Settimi: siamo 24esimi per popolazione, siamo 27esimi per PIL pro capite. Noni per medaglie d’oro e d’argento (una d’argento meno di Paesi Bassi, Germania, Francia: laddove il miracolo è quello dei primi, gli altri hanno molti abitanti più di noi e tradizione sportiva non inferiore). Ma ci mettiamo dietro tutte e tre per medaglie complessive (la Francia non di poco: 40 a 32).
Tante medaglie sono sintomo certo di un movimento sportivo solido e profondo: questa è la grande differenza col passato quando di medaglie d’oro se n’è prese anche di più (in ben sei Olimpiadi: anche se quasi tutte lontane nel tempo quando ben diverso era il numero dei partecipanti).
Intanto stavolta non c’erano boicottaggi come in alcune Olimpiadi precedenti dove s’era fatto bene. Soprattutto il mondo cresce e tutti si sono evoluti e sviluppati, sia per struttura sia per organizzazione (magari “assumendo” atleti tipo il Bahrain): per dire, l’India vince l’oro nel giavellotto (un tempo dovevi essere del NordEuropa per vincere), gli schermidori asiatici son diventati competitivi (e ci han dato qualche lezione). Etcetera. Perfino San Marino conquista medaglie (e ben 3, certamente un rapporto popolazione medaglie che mette la Serenissima Repubblica in cima al mondo: complimenti di cuore).
Ma con 40 medaglie non è più la capacità di sfruttare gli sport dove siamo tradizionalmente una grande scuola (pugilato, scherma, equitazione: anzi lì siamo rimasti indietro); e neppure quella di sfruttare con abilità per anni e anni campioni eccezionali emersi quasi a sorpresa (Berruti, Mennea stesso, la Simeoni, le prime grandi nuotatrici), splendide punte di diamante di nulla, senza piscine e senza palestre e senza piste.
A Tokio abbiamo esibito grandissimi nuotatori (e staffette), grandissimi sprinter (con staffetta: sempre stata forte per capacità tecnica superiore di sfruttare i cambi), una miriade di campioni in tanti sport, decine e decine di finalisti. Last but not least questi successi sono clamorosamente e nitidamente rafforzati dal fatto che ItaliaTeam è un modello di inclusività, in tutti i sensi. E con ciò ho detto tutto.
Ripeto e chiudo: spessore, profondità da grande nazione sportiva (non di gente a sedere evidentemente), buona organizzazione. Grazie a tutti, il vero successo è questo e non sarebbe stato minore a 9 o a 8 medaglie d’oro.
P.S.1. Invito i simpaticoni che sommano le medaglie dei 27 europei per dire che saremmo di gran lunga i primi, a fare bene i conti: la somma non si può fare, a meno di pensare che un’eventuale selezione (perché ovviamente andrebbe una selezione come per qualsiasi paese) fosse in grado di mandare alle Olimpiadi tutti vincitori sicuri!
P.S.2. Per completezza, aggiungo: le 40 medaglie vanno anche parametrate al numero di paesi partecipanti (205): a Roma erano 83!, a Parigi, 1924 44; a Los Angeles, 140; stesso discorso per atleti ed atlete: a Tokyo oltre 11.000, a Los Angeles, 7000; a Roma, 5.300. E vanno infine parametrate alle competizioni, diventate 339, quando a Los Angeles erano state 214 e a Roma 146. Quindi 40 medaglie su circa 1000 sono il 4%, le 36 di Roma furono su circa 430, cioè circa 8%. Ma c’era in ballo una medaglia ogni 11 partecipanti, noi ne portiamo a casa 1 ogni 9. I nostri erano il 3.3% degli atleti/e e portano a casa appunto il 4% di medaglie. Comunque la si guardi, un successone. Del resto 1000 medaglie a disposizione voglion dire poco meno di 5 a paese…
Presidente del Comitato scientifico di Libertà Eguale. Già professore ordinario di Diritto elettorale e parlamentare nell’Università di Firenze e già direttore del Dipartimento di diritto pubblico. Ha insegnato nell’Università di Pisa ed è stato “visiting professor” presso le università di Brema, Hiroshima e University College London. Presidente di Intercultura ONLUS dal 2004 al 2007, trustee di AFS IP dal 2007 al 2013; presidente della corte costituzionale di San
Marino dal 2014 al 2016; deputato al Parlamento italiano per il Partito repubblicano (1983-1984).