di Stefano Ceccanti
Piuttosto paradossale l’articolo contrario al papa di Galli della Loggia sul Corriere della sera di domenica 10 maggio sui temi politici.
Ovviamente si può benissimo criticare il papa per l’indirizzo delle posizioni che prende, ma accusarlo di non parlare delle questioni dell’Unione europea, accusarlo cioè di un’omissione su questo non sta proprio in piedi.
Solo nelle ultime 48 ore Francesco ha parlato due volte in maniera netta della dichiarazione Schuman e della necessità di approfondire l’Unione. Infatti in questi mesi è stato attaccato più volte da vari sovranisti.
Questa è la dichiarazione di sabato: “Nel 70/o anniversario della Dichiarazione Schuman auguro che essa continui ad ispirare quanti hanno responsabilità nell’Unione Europea, chiamati ad affrontare in spirito di concordia e di collaborazione le conseguenze sociali ed economiche della pandemia. #EuropeDay2020″.
Pronunciamenti ancora più netti, anche per le elezioni europee, sono venuti, in evidente sintonia col papa, e in conformità al proprio ruolo istituzionale, dal presidente della Comece, il cardinal Hoellerich.
Basta vedere il sito delle medesima e si capisce tutto, di quanto cioè la linea sia chiarissima e non ci sia proprio nessuna omissione: http://www.comece.eu/site/en/h
Vicepresidente di Libertà Eguale e Professore di diritto costituzionale comparato all’Università La Sapienza di Roma. È stato Senatore (dal 2008 al 2013) e poi Deputato (dal 2018 al 2022) del Partito Democratico. Già presidente nazionale della Fuci, si è occupato di forme di governo e libertà religiosa. Tra i suoi ultimi libri: “La transizione è (quasi) finita. Come risolvere nel 2016 i problemi aperti 70 anni prima” (2016). È il curatore del volume di John Courtney Murray, “Noi crediamo in queste verità. Riflessioni sul ‘principio americano'” , Morcelliana 2021.