di Alessandro Maran
Il 2025 potrebbe rivelarsi un anno cruciale per l’Iran. Nell’ultimo anno il Medio Oriente è cambiato drasticamente e, dal punto di vista geopolitico, l’Iran si trova in una posizione di debolezza. Nel 2024, i leader di Teheran hanno affrontato uno scontro diretto con Israele e hanno visto lo stato ebraico decimare i loro alleati e proxies a Gaza e in Libano. In aggiunta, la Siria, il più grande stato vassallo dell’Iran, ha cacciato il dittatore filo-iraniano Bashar al-Assad.
Secondo Ehud Yaari del
Washington Institute for Near East Policy a Teheran è in corso una accesa discussione nella alte sfere su quale strada prendere. “Ci sono crescenti indicazioni, ma non ancora certezze – scrive Yaari su
The Jerusalem Strategic Tribune – che i vertici del regime iraniano siano incastrati in un acceso dibattito che ha per oggetto il ripensamento globale delle loro politiche regionali. I media persiani e le dichiarazioni pubbliche dei politici lasciano trapelare solo un assaggio dell’intensità della controversia. Tuttavia, le accese discussioni in corso hanno già portato i generali del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC), solitamente molto amanti della retorica roboante, a fare un passo indietro e ridurre le apparizioni pubbliche” (
https://jstribune.com/yaari-a-fateful-debate-in-tehran/).
Su Foreign Affairs, l’ex vice inviato per l’Iran dell’amministrazione Biden Richard Nephew sostiene che gli Stati Uniti dovrebbero dare alla diplomazia un’ultima possibilità, prima di attaccare il suo programma nucleare. “Nelle prime fasi dell’amministrazione Trump, gli Stati Uniti devono fare un ultimo tentativo in buona fede per negoziare una sospensione del programma nucleare di Teheran”, scrive Nephew. “Ma a meno che non siano preparati a vivere nel mondo che le armi nucleari iraniane creerebbero, potrebbero non avere altra scelta che attaccare l’Iran, e presto. La prudenza richiede che Washington pianifichi un’azione militare ora e si assicuri che l’Iran capisca che questa minaccia è reale, anche se tenta ancora una volta la via diplomatica” (https://www.foreignaffairs.com/iran/last-chance-iran).
Già senatore del Partito democratico, membro della Commissione Esteri e della Commissione Politiche Ue, fa parte della presidenza di Libertàeguale. Parlamentare dal 2001 al 2018, è stato segretario regionale dei Ds del Friuli Venezia Giulia.