LibertàEguale

Un governo stabile in Francia?

di Pasquale Pasquino

È più facile avere preferenze che fare previsioni. Le preferenze sono in ogni caso delle scelte soggettive, le previsioni, almeno quelle sul breve periodo, possono essere smentite. Ma non è del tutto rischioso supporre che il governo del centrista François Bayrou possa sopravvivere più a lungo di quello di Michel Barnier.

Come ho osservato in un articolo precedente, la vita dell’esecutivo in Francia non dipende né dal presidente Macron, che non ha una maggioranza all’Assemblea nazionale, ma nemmeno dalle forze parlamentari estreme – il partito di Mélenchon (LFI) e quello di Marine Le Pen (RN) – che insieme non hanno i voti necessari per votare la sfiducia (la censure) e forzare l’esecutivo alle dimissioni, aprendo in tal modo una gravissima crisi politica.

La sopravvivenza del governo è invece nelle mani dei 66 deputati socialisti. Se essi non votano contro il governo, questo può indefinitamente sopravvivere. In Francia per entrare in funzione l’esecutivo non ha bisogno di un voto di fiducia, ma la costituzione della 5a Repubblica resta parlamentare, poiché il governo è sotto il controllo del Parlamento, che può sempre costringerlo alle dimissioni. Bisognerà aspettare la dichiarazione di politica generale che presenterà il primo ministro Bayrou il 14 gennaio per verificare con maggiore chiarezza la posizione dei Socialisti.

Tuttavia, se grazie ai compromessi che il ministro dell’economia Eric Lombard potrebbe raggiungere con il partito di Olivier Faure, la sfiducia minacciata e voluta dalle forze estreme svanirebbe e a Mélenchon non resterebbe che gridare, come sta già facendo, al tradimento dei Socialisti, attività retorica per la quale il tribuno della sinistra radicale è ben rodato.

Che cosa spiega il possibile cambiamento di posizione dei Socialisti? Certamente la presa di coscienza del rischio di scomparire dalla vita politica fagocitati da Mélenchon che vuole il disordine permanente nella speranza di forzare Macron alle dimissioni e di andare a elezioni presidenziali, il più presto possibile, nelle quali al secondo turno potrebbero, così pensa lui, restare in competizione contro Marine Le Pen.

Staccandosi da La France Insoumise, il Partito socialista, pur restando fuori dall’esecutivo (come il PCI ai tempi del “governo della non sfiducia”), potrebbe guadagnare tempo e provare a sopravvivere anche senza alleanze elettorali con l’estrema sinistra – difficile, certo, ma potrebbe provarci, invece di scegliere il molto verosimile suicidio nell’abbraccio con l’estrema sinistra.

Se il segretario del partito lasciasse in vita il governo Bayrou non solo fino alla scadenza del prossimo luglio, quando sarà costituzionalmente possibile indire nuove elezioni legislative, ma fino alla scadenza del mandato presidenziale nel 2027, il Partito socialista potrebbe provare a crescere su una posizione di centro sinistra invece di scomparire.

Ripeto che si tratta di una ipotesi non di una verità e presto vedremo la scelta che farà il partito che è stato di François Mitterrand, due volte presidente della Repubblica.

Si può solo osservare che, se quanto si sta immaginando accadesse in Francia, il superamento della paralisi, risultato delle ultime elezioni legislative, avrebbe due importanti conseguenze:

1. La scommessa di Macron di staccare i Socialisti dalla sinistra radicale di Mélenchon si sarebbe realizzata e,

2. L’assetto politico francese rassomiglierebbe di più ad una versione minore e provvisoria del governo tedesco di coalizione, dove le forze moderate sconfiggono quelle estreme sui due lati dello spettro politico, piuttosto che a quello bipolare che esiste in forme diverse in Italia e nel Regno Unito.

In Italia grazie a coalizioni di destra e di sinistra che tengono dentro la coalizione, moderandone l’effetto, i partiti estremi; in Gran Bretagna attraverso l’incorporazione delle forze estreme dentro i due partiti maggiori – ammesso che questo schema regga oggi nel caso del Regno Unito.

Per ora resta da vedere quello che succederà a Parigi nelle prossime settimane. Affaire à suivre.

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