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di Umberto Minopoli

 

Otto mesi fa Renzi sventò l’inciucio Pd-5Stelle. Ma in testa ai leader Pd (che quell’inciucio volevano con tutte le forze) l’intesa, uscita dalla porta, doveva rientrare dalla finestra. Come? Riprendendosi la guida del Pd, innanzitutto. E questo è avvenuto.

 

Pd-5Stelle: l’intesa sulle cose

Ma, principalmente, scommettendo e puntando su una intesa con i 5 Stelle sulle cose, sui provvedimenti. Specie su quelli sociali (reddito, mercato del lavoro, pensioni), sull’ambiente (compresi Tap e Tav), sulla giustizia.

Ci siamo dimenticati che, all’avvio di questo governo, la sinistra Pd (Orlando, Damiano) annunciò disegni di legge (su reddito e pensioni) che ricalcavano i progetti 5 Stelle? E che sul decreto dignità, che raccoglieva la linea ufficiale della Cgil di Camusso e Landini per smontare il job act, c’era molta empatia (e speranza) nella sinistra del Pd? E, infine, che il Pd “ufficiale” ebbe più di un imbarazzo (Emiliano, del resto, oggi è saldo nel Pd) a sostenere il ministro Calenda nei suoi bracci di ferro su Ilva e Tap (allora bandiere ufficiali dei 5 Stelle)?

Della Tav, in quei mesi di speranza e illusioni della sinistra Pd e dei dirigenti Pd, non si parlava ancora. Lo si fosse fatto – metto la mano sul fuoco – la sinistra Pd e il gruppo dirigente avrebbero avuto, anche su quello, mal di pancia.

 

I grillini? Sono nell’album di famiglia

La scommessa politica del Pd di otto mesi fa era infatti la seguente: opposizione dura a Salvini su migranti e sicurezza (e, anche, su flat tax) ma lavorio con i 5 Stelle sui temi economici e sociali dei grillini. Che, per molti nel Pd, erano “album di famiglia”, tematiche di sinistra e picconate alle politiche di Renzi.

Questa linea, secondo molti nel Pd, avrebbe spaccato il governo, costretto Salvini a rompere “da destra” e riaperto il canale dell’intesa con i 5 Stelle. Alla faccia di Renzi. E invece tutto è saltato. Ed è avvenuto il contrario.

Dando ragione, politicamente, all’intransigenza di Renzi sui 5 Stelle. Altro che “incontro” tra Pd e 5 Stelle sui temi economici e sociali! E’ su questi (non su migranti e sicurezza) che il governo giallo verde è franato. E non per successi di “sinistra” dei grillini.

 

Renzi aveva ragione

Ma per il contrario: i temi economici dei 5 Stelle sono la ragione del disastro economico, della recessione e dell’impopolarità crescente dei 5 Stelle. L’opposto di ciò che pensava (e sperava) il gruppo dirigente del Pd in opposizione Renzi. Che, invece, ha avuto ragione su tutta la linea.

Ora, per fortuna, nel Pd la miserevole illusione dell’intesa sulle “cose” con i 5S, i populisti di “sinistra”, sembra tramontata. La posizione attuale esemplare del Pd sulla Tav (uguale a quella dell’elettorato “produttivo” della Lega e del centrodestra) deve ammonire: con i 5S, sui temi economici e sociali, c’è una distanza incolmabile.

Il “populismo” di sinistra è una illusione e una ricetta, se si tenta di attuarla al governo, che causa disastri, fallimenti e danni al paese. Perfino la Cgil sembra, finalmente, essersene accorta. Vedremo se il nuovo Pd (che si è dovuto rimangiare le sue iniziali illusioni), sarà coerente e conseguente: con i 5S solo opposizione dura. E “sulle cose”.

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