di Umberto Minopoli
Zaporizhzhia: i russi pensano al furto? Alimentano paure catastrofiche, fanno la guerra nell’interno della centrale più grande del mondo, ma l’obiettivo non è la sua distruzione.
Lo hanno capito tutti che un incidente radioattivo non colpirebbe solo gli ucraini, ma i russi che occupano la centrale, le loro truppe nell’interno e le popolazioni russe aI confini.
Bisogna sempre precisare, visto che le stesse parti in causa esagerano nelle accuse reciproche di minaccia di catastrofe, due cose.
Un sabotaggio interno teso, deliberatamente, a distruggere i reattori sarebbe illogico e irrazionale per ambedue le parti. E provocherebbe la fine della centrale, ma effetti ben precisi: non la bomba atomica, che è fisicamente impossibile (una centrale atomica non ha alcunché di esplosivo), ma la fuoriuscita di radioattività nell’edificio in cui alloggia il reattore della centrale manomessa.
L’impatto esterno-contaminazione dell’ambiente e del pubblico fuori della centrale – è limitato dall’esistenza (non c’era a Chernobyl e nemmeno a Fukushima) di un contenimento esterno in acciaio e cemento che, come in tutte le centrali del mondo, impedisce la fuoriuscita di radioattività all’esterno: il massimo incidente ipotizzabile.
Niente di paragonabile ad un’esplosione tipo bomba. I paragoni con una Chernobyl 2 sono pura propaganda di guerra delle due parti per accusarsi reciprocamente. Comprensibile (anche se non giustificato) nel caso degli aggrediti.
I criminali sono gli aggressori. Non solo perché hanno militarizzato un sito nucleare e vi fanno la guerra. Ma perché nella confusione e lo spavento alimentato ad arte perseguono il vero obiettivo: non il sabotaggio della centrale, atto stupido, criminale e controproducente, ma il suo furto.
I russi vogliono staccare la centrale dalla rete di trasmissione Ucraina e, attraverso la Crimea, portarsi l’energia elettrica di Zaporizhzhia in Russia. Un atto di rapina.
L’ispezione IAEA cui, finalmente, i russi acconsentono servirà’ a dimostrare i problemi “tecnici” veri della centrale che riguardano le condizioni del personale ucraino addetto alla gestione. Niente però che giustifichi le esagerazioni allarmistiche.
Il mondo, come sta facendo l’Onu, deve mobilitarsi e denunciare il vero crimine di Putin: il tentativo di furto della centrale di Zaporizhzhia. Che non è una bomba latente, lo sappiano i cittadini, ma il motore energetico dell’Ucraina, la sua principale ricchezza. E’ per metterla in ginocchio che vogliono rubarla. Altro che distruggerla.
Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare. Ha lavorato nel Gruppo Finmeccanica e in Ansaldo nucleare. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro delle Attività Produttive tra il 1996 e il 1999. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dei Trasporti dal 1999 al 2001. Consigliere del Ministro dello Sviluppo Economico per le politiche industriali tra il 2006 e il 2009.