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di Elena Cattaneo*

 

Signor Presidente, gentili colleghi, anche io mi associo agli interventi che chiedono capacità di ragionamento, studio, valutazione quotidiana della situazione, trasparenza verso i cittadini, atteggiamento serio, non omertoso.
Credo che siamo tutti colpiti da quanto sta accadendo, da come la nostra vita sia cambiata nelle ultime due settimane. Colpisce e sicuramente ci fa soffrire vedere il nostro Paese sotto questa enorme pressione sanitaria, economica, sociale e politica a causa di un virus sconosciuto che sta spaventando il mondo, ma questa è la dura realtà e di fronte ad essa mi interessa capire quali strumenti abbia il nostro Paese per fronteggiare e contenere questa emergenza. Mi vengono in mente tre strumenti, ovviamente mi focalizzerò sull’aspetto sanitario.

Il primo è che mi rassicura pensare al nostro Sistema sanitario nazionale, mi incoraggia pensare alla collaborazione tra scienziati, personale sanitario, istituzioni sanitarie e politiche; mi incoraggia vedere i nostri ospedali, gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) pubblici e privati, in campo insieme per farsi carico della salute dei cittadini. Mi vien da dire che siamo attrezzati, non siamo a digiuno di procedure; la stessa Organizzazione mondiale della sanità ha riconosciuto all’Italia l’aderenza a tutte le raccomandazioni; abbiamo scelto la strada della trasparenza, sono stati fatti molti tamponi, trovati molti casi: questa di nuovo è la dura realtà.

Il secondo strumento a cui penso sono le procedure di contenimento, le strategie per schiacciare la curva epidemica. Ho capito che dobbiamo concentrare la nostra attenzione verso le prossime due o tre settimane. Lì ci giochiamo tutto, perché le statistiche ci dicono che ogni contagiato è come una biglia che ne colpisce altre due, contagiandole (un po’ di più di 2). Le misure che votiamo oggi e le prossime che il Governo sta già mettendo a punto hanno esattamente l’obiettivo di rallentare questo effetto di biglie che – attenzione – è esponenziale: è l’esponenzialità che ci preoccupa, quella delle prossime due o tre settimane. L’obiettivo è proprio di rallentare l’effetto di queste biglie per schiacciare la curva dei contagi, diluirli, distribuirli nel tempo, nel territorio, dando la possibilità ai nostri ospedali pubblici e privati di farsi carico di tutto ciò.

Certo non basta un decreto-legge per ottenere questo obiettivo: serve davvero una comunicazione rivolta al Paese e serve che il Paese e i cittadini sappiano anche loro farsi carico della responsabilità per far fronte comune e condividere questo momento. Se non collaboriamo tutti, rischiamo davvero di avvicinarci a un precipizio.

Infine, mi viene da dire che il terzo strumento a nostra disposizione è la scienza: possiamo imparare qualcosa da questo tragico momento, per essere meglio preparati in futuro. Pensate che è la seconda volta che un pipistrello ci passa un virus: ciò significa che possiamo studiare il perché, possiamo studiare questi meccanismi – la prossima volta, magari, sarà un altro animale – possiamo studiare il fenomeno del contagio, ricercarne l’origine, gli effetti, la cura e il vaccino, che è quanto tutti desiderano.

In tutto questo, colleghi, non ci sono credenze, non ci sono opinioni, non ci sono approcci alternativi che tengano. Ci sono i virus, c’è la biologia, la clinica, la ricerca, la statistica, l’immunologia, l’epidemiologia. Per essere preparati alle emergenze dobbiamo cominciare con l’essere in grado di coltivare questo sapere – quindi anche il sapere biomedico, la ricerca e la conoscenza – in tempo di pace.

Come Paese siamo avvantaggiati, perché abbiamo intelligenze, capacità e giovani pronti a studiare per tutti noi. La mia domanda a voi è come assicuriamo la ricerca al Paese.

Tornando alla situazione attuale, oggi il professore Alberto Mantovani sul «Corriere della Sera» ci ricorda che minimizzare i rischi è scientificamente sbagliato, oltre che pericoloso.

Credo che in questa nuova situazione la politica tutta, le istituzioni, il Governo e il Parlamento debbano mantenere, nella gestione delle misure di contenimento, un atteggiamento razionale e modulare, non emotivo, alimentando la fiducia dei cittadini con la trasparenza. Fiducia è la parola chiave: fiducia tra Stati, organizzazioni, istituzioni, media, studiosi e cittadini. Questa fiducia si alimenta non nascondendo nulla di quel che accade, ma, al contempo, assumendosi la responsabilità di non esasperare – per click, interesse, controllo sociale o pura incoscienza – le paure innate presenti in ciascuno di noi.

 

Elena Cattaneo è farmacologa, biologa, accademica e senatrice italiana. L’intervento è stato pronunciato nell’aula del Senato il 4 marzo 2020

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