di Alessandro Maran
La foto che illustra questo contributo è del 5 dicembre 1994 ed immortala il momento in cui la Russia, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna firmano a Budapest un documento in cui garantiscono l’integrità territoriale dell’Ucraina in cambio della sua rinuncia alle armi nucleari.
Quell’accordo prese il nome di “Memorandum di Budapest”. Con questa intesa l’Ucraina accettava di smaltire l’enorme scorta di armi nucleari che aveva ereditato in seguito alla dissoluzione dell’Urss, aderendo al trattato di non proliferazione delle armi nucleari. Le testate nucleari (circa 1.800, un terzo dell’arsenale sovietico) furono di conseguenza inviate in Russia per lo smantellamento nei successivi due anni. In cambio, l’Ucraina otteneva, da Russia, Stati Uniti e Regno Unito (e successivamente anche da Cina e Francia), garanzie per la sua sicurezza, indipendenza ed integrità territoriale.
Secondo il memorandum, la Russia, gli Stati Uniti e il Regno Unito concordano, in cambio dell’adesione dell’Ucraina al trattato di non proliferazione delle armi nucleari e del trasferimento del suo arsenale nucleare in Russia a rispettarne l’indipendenza e la sovranità entro i suoi confini di allora; ad astenersi dalla minaccia o dall’uso della forza contro l’Ucraina; ad astenersi dall’utilizzare la pressione economica sull’Ucraina per influenzarne la politica; ad astenersi dall’usare armi nucleari contro l’Ucraina e a “sollecitare un’azione immediata del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per fornire assistenza” in caso di un “atto di aggressione” contro il Paese.
Giusto per ricordare che lo sfacciato atto di aggressione della Russia di Putin non sta demolendo soltanto le città ucraine ma anche il moderno ordinamento giuridico internazionale. Del resto, lo sappiamo, nessun uomo è un’isola, nessuno può considerarsi indipendente dal resto dell’umanità, sappiamo che non bisogna mai chiedere per chi suona la campana (“Essa suona per te”) e sappiamo anche, come scriveva appunto Hemingway, che “oggi non è che un giorno qualunque di tutti i giorni che verranno. Ma quello che accadrà in tutti i giorni che verranno può dipendere da quello che farai tu oggi”.
Già senatore del Partito democratico, membro della Commissione Esteri e della Commissione Politiche Ue, fa parte della presidenza di Libertàeguale. Parlamentare dal 2001 al 2018, è stato segretario regionale dei Ds del Friuli Venezia Giulia.
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