di Umberto Minopoli
“Non potranno mai vincere. Armandoli prolungate solo una guerra persa”.
Invece gli ucraini sfondano e i russi si ritirano dai territori occupati. In oltre sei mesi di guerra la Russia non ha vinto sul campo. Anzi, per la seconda volta in 6 mesi, è costretta ad ammettere ( la prima volta fu il ritiro da Kiev) che, finora, l”operazione speciale” è stata inutile e che loro si ritirano per ricominciare daccapo.
Insomma armare l’Ucraina è valso il risultato: ad oggi Mosca non vince.
I leader dell’Occidente avevano ragione: non è vero che la Russia non può perdere la guerra. E, parliamoci chiaro, hanno pagato pure le sanzioni. Dopo sei mesi di non vittoria, la Russia non può fare, facilmente, quello che ha sempre minacciato: trasformare l’operazione speciale in una “guerra totale”.
Non perché alligni in quei guerrafondai qualche barlume di umanità, ma perché non sono in condizioni di farlo facilmente: la loro economia langue, la minaccia del gas, ormai, la stanno esaurendo (ci stiamo liberando del loro gas e metteremo un prezzo al gas per liberarci dai loro ricatti e dipendenza), il loro esercito è a pezzi (mancando, perfino, dei pezzi di ricambio per i loro mezzi) e il popolo russo (anche nella morsa della propaganda e del dispotismo) comincia a chiedersi se il gioco vale la candela: i ragazzi russi che muoiono in una guerra di cui solo gli oligarchi del Cremlino conoscono il senso, gli scopi e la durata.
Ora viene la parte più difficile: i russi non vincono e la guerra rischia di endemizzarsi. Può durare per anni. Noi troveremo, se restiamo uniti all’Occidente, le strade per attenuare i costi delle sanzioni su di noi. Stia certo, Salvini! E’ l’orso Putin che ha fallito i suoi obiettivi militari e non sa come uscirne.
Oggi, mentre i russi mostrano le spalle a Zelenskij, sarebbe bello vedere le facce (scomparse per la vergogna) di quegli intellettuali, giornalisti, politici che hanno tuonato contro le sanzioni, che hanno ripetuto, con i russi, che l’Ucraina non poteva vincere, che hanno sperato che i costi delle sanzioni sulla nostra way of life, sul nostro benessere e sui nostri interessi ci avrebbero spinti all’egoismo, ad abbandonare un popolo fratello e aggredito.
Non è successo: gli ucraini grazie anche alle nostre armi contrattaccano, sono in piedi e Putin mangia la polvere. Gloria all’Ucraina.
Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare. Ha lavorato nel Gruppo Finmeccanica e in Ansaldo nucleare. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro delle Attività Produttive tra il 1996 e il 1999. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dei Trasporti dal 1999 al 2001. Consigliere del Ministro dello Sviluppo Economico per le politiche industriali tra il 2006 e il 2009.