di Elisabetta Corasaniti
Auguri all’ Italia del SI, all’Italia che non smetterà mai di lottare per gli ideali democratici.
Auguri a chi si è battuto contro chi si sbracciava per difendere la Costituzione dalla (presunta) “deriva autoritaria” renziana.
Auguri a chi urlava Si al futuro contro l’Italia del passato, quella del No ( che ora tace dinanzi all’umiliazione delle istituzioni democratiche, delle regole democratiche della nostra Costituzione).
Auguri al Presidente della Repubblica, ultimo presidio.
Il 2018 ci ha confermato che non sono solo i colpi di Stato che uccidono le democrazie. Semmai, le democrazie si logorano da sé, aprendo le porte a istanze e figure che, piegando a poco a poco le regole del sistema a proprio favore, ne stravolgono completamente il volto. E’ un lungo processo di erosione delle istituzioni, che si verifica all’interno dell’ambito della legalità.
Auguri allora a chi difende i valori di consapevolezza, fiducia e realismo attraverso il diritto e al confronto, che trovano nelle istituzioni democratiche e nel Parlamento, la sede che consente loro di prevalere sul criterio della forza e dell’arroganza .
Auguri a chi ruggisce come un Guerriero contro il populismo che svilisce le istituzioni, rendendo il Parlamento “esautorato, umiliato e ridotto alla farsa” (come ha gridato la senatrice Bonino con la forza della commozione di chi non smetterà mai di lottare per la democrazia).
I membri di questo Governo sviscerano le loro istanze illiberali attraverso sforzi che sovvertono i giochi democratici. Ciò che stiamo vivendo presenta l’aggravante della propaganda populista: la sedicente “voce del popolo” gioca sull’emotività, le paure e i rancori della gente.
Questo semina la confusione pubblica. La democrazia è divenuta un concetto opinabile, da bar.
L’intento di sovvertire le istituzioni democratiche è percepibile, visibile, i passi verso la rottura non sono più ambigui e facili da combattere.
Il tragico paradosso della strada verso l’autoritarismo è che gli assassini della democrazia usano le stesse istituzioni democratiche – gradualmente, sottilmente e anche legalmente – per ucciderla.
E’ evidente il loro rifiuto radicale degli aspetti chiave del sistema democratico, incluso il parlamento stesso.
Preferendo le decisioni più delle negoziazioni pazienti, questo Governo ha seriamente minacciato le regole fondamentali del sistema democratico.
Ci sono, quindi, motivi di allarme. Non solo dalle urne dello scorso maggio sono uscite vittoriose queste forze politiche, ma ciò è accaduto in un momento in cui le norme costituzionali erano già percepite come, almeno in parte, necessarie di essere riformate.
Non c’è più alcun dubbio che stiamo vivendo un’urgenza democratica. La domanda è: è in dubbio la stessa sopravvivenza della democrazia liberale?
Auguri a chi continuerà a lottare con le armi della democrazia.
Aspirante giurista riformista, pianista e lettrice compulsiva. Tra Beethoven, Rachmaninov, Baricco, Kundera, Mortati e Smend, sono la mamma di Laura.
Correlati