di Umberto Minopoli
Due reazionari alle Presidenze delle Camere? Forse ci potevano essere scelte meno divisive, ma tant’è.
Invece di recriminare apprezziamo le dichiarazioni dei due: in primis, quella di essere presidenti di tutti. Nella guida delle istituzioni, personalità lontanissime idealmente devono condividere la difesa comune e lo spirito repubblicano.
L’unità nazionale noi la realizziamo spesso nei governi. Un’anomalia. Bisogna realizzarla nelle istituzioni, nel loro funzionamento e, anche, su materie e obiettivi bipartisan che riguardano la collocazione del Paese nel mondo. Oggi sono, ad esempio, l’energia e la guerra.
La Destra che ha vinto e la sinistra che ha perso devono fare passi, entrambi, per de-ideologizzare il confronto, rafforzare il linguaggio repubblicano comune, smettere di usare i valori e le ideologie come clave.
Sono di sinistra e, per questo, dico due cose al mio Pd.
Primo: la si smetta di usare i diritti civili come guerra civile (scusate il bisticcio). Spettacolarizzandoli, riducendoli ad esibizione o chiamando “diritto” qualunque idea radicale di cambiamento sui temi della famiglia e della difesa delle diversità. Accettando che esistono idee diverse e che su questi temi il dialogo e il compromesso sono la regola.
Secondo, l’antifascismo: basta misurarne il tasso nella biografia dei politici. Chi vota la Costituzione italiana vota l’antifascismo come principio e valore della Repubblica, si ispira alle regole che essa impone ed e’ obbligato a rispettarne i simboli, feste nazionali comprese. Dopo 75 anni di Repubblica, forte, avanzata e sicura, deve bastarci questo.
Invece di vivere la destra che ha vinto come psicodramma e guerra ideologica, impariamo a viverla come governo cui opporsi. In modo, ovviamente, incalzante, senza sconti ma costruttivo. Che non ha paura di decisioni anche (e spesso) comuni. Specie su temi di identità nazionale: l’Europa, l’energia, la guerra.
Anche perché solo opposizioni costruttive, non mosse da radicalismi ideologici, non moltiplicatori di instabilità, responsabili e nazionali possono aspirare ed ambire a farsi alternativa praticabile al governo.
Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare. Ha lavorato nel Gruppo Finmeccanica e in Ansaldo nucleare. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro delle Attività Produttive tra il 1996 e il 1999. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dei Trasporti dal 1999 al 2001. Consigliere del Ministro dello Sviluppo Economico per le politiche industriali tra il 2006 e il 2009.